
Domenico Pisana, poeta, teologo, giornalista, scrittore con un ampio ventaglio di pubblicazioni poetiche, di critica letteraria e di carattere storico politico, raccoglie nella nuova silloge, Profili di tempo e d’anima”, edita da Opera incerta nel 2024, le liriche composte dal 2020 a 2023, presentata dalla ampia e incisiva prefazione del prof. Hussein Mahmoud, ordinario di lingua e letteratura italiana all’Università di Helwan al Cairo, in Egitto.
L’opera, composta di 125 pagine, per quanto concerne la struttura, appare suddivisa in due nuclei tematici, rispettivamente la prima in “Kronos e Kairos”, con 32 liriche; la seconda in “Immanenza e Trascendenza”, con 41 liriche.
L’oltranza metafisica che è nel cuore di ogni singola esistenza e del singolo essere, è breccia aperta nell’animo di Domenico Pisana.
Dio, uno dei nomi che la metafisica classica ha dato a ciò che si pone al di là del limite e del possibile, è per Domenico Pisana vero credo, espressione di fede cristiana, meta agognata dello spirito, punto di riferimento e di speranza, e diventa, in molte liriche, il “Tu” a cui si rivolge non solo il poeta Pisana, ma l’uomo con il suo sguardo aperto al mondo, un “Tu” a cui porre interrogativi pressanti, a cui chiedere soccorso e aiuto nei momenti di tristezza, un “Tu” che solo può scrutare “i filamenti del cuore” (pag. 50), un “Tu” che lo fa sentire sé stesso ed è stimolo per l’ispirazione di stupore, un “Tu” a cui chiedere lenimento alle amare verità che feriscono, e avere coscienza piena dell’essere.
Traspare, quindi, dalle varie liriche un dialogo che alterna una semplicità nutrita di candore e di silenzio a parole di sgomento per l’impotenza di non poter intervenire in merito alle note dissonanti presenti nella realtà che lo circonda, note sottolineate dall’assenza della pace, dai conflitti in auge a cui si assiste, sia tra la Russia e l’Ucraina, sia tra Israele e la Palestina, conflitti che determinano distruzione e morte di “ Angeli di luce”; sgomento ancora vi è per le morti in mare di tante persone determinate da trasporti clandestini. E Pisana esprime il suo sgomento ricordando nella lirica “Come vedetta al crepuscolo”, Marte, il dio della guerra: “sulle nubi Ares suona la tromba” (pag 50).
L’inquietudine, le luci e le ombre traspaiono nel poeta Pisana in relazione ai diversi stati d’animo e allo sguardo rivolto agli aspetti della realtà contemporanea. Dolore è nel suo animo per “la metamorfosi dell’onda europea” (pag. 32), per il parlare ambiguo ed è “tegola di pietra l’uso della storia / chi risuscita ad arte / sui palchi di chi cerca seguaci” (pag.30).
Le sue riflessioni sono rivolte ai valori considerati preminenti, tra cui la verità, la chiarezza, la fede, l’armonia, la pace, elementi cui far ricorso per recuperare una umanità che manca, tant’è che il poeta sottolinea con veemenza: “Che nessuno / consenta al nemico / di farsi rubare l’umano” (pag.64), e si china pietoso verso le formiche che “sfilano come molecole d’umano” (pag.21).
Significativi appaiono i versi (pag. 49) là dove si legge “s’increspa / senza uno scoglio dove frangersi”. Come l’onda, io credo che anche l’uomo abbia bisogno di uno specchio, di una figura umana o di una immagine simbolica, in cui riflettersi. E il poeta Pisana, “superstite in questo tempo, che ci dà tutto e ci riduce a niente” (pag.33), “come vedetta al crepuscolo”, cerca il suo “centro di gravità permanente”, “il suo centro magnetico”, la libertà di essere quello che è: si nutre, si stupisce, si emoziona per tante cose, qua e là ha talvolta lo sguardo rivolto al sogno; di più però traspare dal suo animo la delusione di vivere in un tempo confuso e incerto, tempo che rende il suo animo intriso di tristezza, in quanto non condivide le scelte operative della società in cui vive.
Nuclei tematici presenti nel testo sono: – gli affetti familiari (tenerezza rivela lo sguardo di Pisana verso i nipoti e la figlia Miriam); – la memoria e i ricordi dell’infanzia; – il passato idealizzato come isola felice in contrapposizione al presente sofferto e vuoto; – la natura e la sfera celeste colte nelle varie sfaccettature [terra, colline, alberi, foglie, fiori, erba; i cambiamenti delle stagioni; il vento, (il libeccio, il vento impetuoso, la brezza del vento), la pioggia], e anche il sole e la luna; – il silenzio dell’anima; -la fede; -il dolore per la pace che manca; -le amicizie chiare e sincere; -la speranza; – il valore dei sentimenti, tra cui l’amore :[ poesia “E quando sorgerà il mattino”: “[…] cerco una finestra / che non muoia nella nebbia, / l’ancora che resista / ai sussulti di sabbia, / che si oppone alle scosse, / la bellezza di un volto/ che sappia incarnare l’Amore.] (pag 42).
Il poeta Pisana in sua lirica afferma che “non s’ode più battere nei campi/ il telaio dell’allegria, il ritmo/ s’è fermato tra le pieghe dei ricordi” (pag. 44). Così, versi cristallini di purezza racchiusi in clessidra, metafore, immagini complesse, un lessico articolato tra luci e ombre, espressione di ferma fede nel silenzio dell’anima, esprimono una poesia che si fa vita, linfa che zampilla “nella foresta d’alberi tronfi” (pag. 68).
Concludendo, questo libro di Domenico Pisana, “Profili di tempo e d’anima”, ci porta a pensare a Virgilio, quando nelle Bucoliche, I sec. a.C., affermava: “Ogni cosa è piena di divino (Jovis omnia plena); e ancora, a Dostoevskij quando diceva che “La sofferenza, il dolore sono l’inevitabile dovere di una coscienza generosa e d’un cuore profondo. Gli uomini veramente grandi, credo, debbono provare su questa terra una grande tristezza.”
Lidia Loguercio