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Cgil iblea. 1° maggio all’insegna della precarietà occupazionale

Tempo di lettura: 2 minuti

Quest’anno il primo maggio per la Cgil è un appuntamento che si caratterizza principalmente per la lotta contro il lavoro precario e le morti sul lavoro. Per questo la Cgil il 25 aprile ha avviato la raccolta firme per presentare 4 referendum abrogativi di leggi che hanno precarizzato il lavoro a partire dal Jobs Act. Un referendum che ha l’obiettivo di cambiare le leggi sbagliate che nell’ultimo decennio hanno destrutturato il sistema normativo delle tutele come l’art. 18. L’obiettivo di questo referendum è quello di mettere al centro del dibattito politico il lavoro che ormai da tempo sconta lo svuotamento del valore sociale.
La Cgil impegnata in una mobilitazione a 360 gradi per rimettere al centro dell’agenda politica i temi del lavoro con particolare attenzione alle nuove generazioni per i quali l’occupazione manca oppure è precaria. Ma c’è anche la questione di genere con le disparità ancora oggi esistenti e che rendono il lavoro delle donne ancora più precario e con meno diritti. Nel nostro territorio c’è la questione del lavoro povero come conseguenza della irregolarità diffusa che relega la nostra provincia negli ultimi posti in Italia per livelli di retribuzione media, nonostante la vivacità del nostro sistema produttivo.
Così come permane la questione dello sfruttamento lavorativo e del caporalato soprattutto in agricoltura ai danni principalmente dei lavoratori e delle lavoratrici migranti le cui fragilità, a partire dai diritti di cittadinanza, determinano un alto grado di vulnerabilità.
Il primo maggio deve quindi significare un momento per richiamare tutte e tutti alla lotta per i diritti, per la dignità di chi lavora, ma anche per rimettere al centro vertenze sociali come la riconquista del diritto alla salute attraverso il rilancio della sanità pubblica per invertire la tendenza che ha visto in questi anni la privatizzazione del sistema sanitario.
Queste sono le battaglie al centro della mobilitazione della Cgil per le quali occorre creare reti ed alleanze con la società civile, l’associazionismo e i movimenti che quotidianamente lavorano per rimettere al centro la giustizia sociale secondo le previsioni della Costituzione .

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