
Pesa quasi tre chili, è stata dimessa nella giornata di ieri a causa di un forte raffreddore dall’ospedale di Modica, è tornata nelle mani dei suoi genitori i quali sono stati felicissimi di riaverla fra loro. Il simbolo della Pasqua 2024 è uno scricciolo di bambina che viene dalla Siria, anche se il nome richiama più l’Arabia. Stiamo parlando di Shams, la neonata con un mese di vita giunta a Pozzallo nel corso dell’ultimo sbarco, a bordo della “Mare Jonio”. Shams, lasciatecelo dire, è l’inno alla vita per eccellenza, alla vigilia di quello che si preannuncia l’ennesimo anno di sbarchi nel secondo avamposto, dopo Lampedusa, per numero di arrivi. La piccola è arrivata in Sicilia assieme ai genitori, la sorellina Ayla, un cugino, e gli zii, madre e padre del cugino.
Il racconto fornito agli inquirenti da parte dei migranti è quanto di più triste possa essere narrato. Una barca di legno in balia delle onde, tre giorni di navigazione, con poca acqua e pochissimi viveri, prima dell’arrivo della nave Ong, salutata con grida di giubilo e molti sorrisi. Tutto visto e rivisto da queste latitudini, ma fa sempre effetto raccontare la storia di queste persone che, ricordiamolo sempre, scappano da guerre e fame.
Il centro di prima accoglienza di Pozzallo non è nuovo a storie di minori (a volte, come nel caso della bambina siriana, giunti con pochi giorni di vita) e, da cronista, ho vivide le immagini di sbarchi, con bambini al seguito di donne giovanissime.
Ma non sempre il viaggio in Italia è sinonimo di abbandono della terra africana e inizio di una nuova vita. Sono almeno 289, secondo l’Unicef, i bambini e le bambine morti o scomparsi nel solo 2023 mentre tentavano di percorrere quella che è tra le rotte migratorie più pericolose al mondo, quella del Mediterraneo centrale: 11 bambini morti o scomparsi ogni settimana. Quasi due ogni giorno.
Il dato odierno ci dice, infine, che, all’interno dell’hotspot, ci sono 185 migranti, tutti della Siria e del Bangladesh (22 i minori). Una buonissima parte di loro partirà prima di Pasqua verso strutture di seconda accoglienza, fra cui anche la piccola Shams.