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 Blitz israeliano a Rafah, due ostaggi salvati…l’opinione di Rita Faletti

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Rafah è il valico più a sud di Gaza, al confine con l’Egitto, quello attraversato dai camion che portano gli aiuti umanitari agli abitanti della Striscia. Da ieri sarà ricordato dagli israeliani per il sorprendente salvataggio, condotto dalle forze speciali antiterrorismo e da agenti dello Shin Bet, di due ostaggi rapiti il 7 ottobre da Hamas. In condizioni di salute apparentemente buone, ma nessuno può dire quanto l’incubo durato 128 giorni li abbia segnati nello spirito, sono Fernando Marman e Louis Har, entrambi di origine argentina con doppio passaporto. L’operazione, decisa e organizzata da qualche tempo, si è svolta nella notte tra domenica e lunedì in una casa nel quartiere di Rafah, dove l’intelligence aveva individuato la presenza dei due ostaggi e di diversi terroristi. Il blitz si è svolto in una manciata di minuti: i soldati israeliani hanno neutralizzato i terroristi che erano di guardia, hanno preso gli ostaggi, li hanno caricati su un veicolo blindato e infine a bordo di un elicottero militare che aspettava in una zona sicura, mentre attacchi dell’Aeronautica israeliana coprivano dal cielo l’operazione. L’impresa è stata diretta dal Centro di comando in Israele e seguita dal ministro della Difesa Gallant che l’ha definita “un’impressionante operazione di salvataggio a un millimetro tra la vittoria e la tragedia”. Purtroppo nelle mani di Hamas ci sono ancora un centinaio di ostaggi, non più 130 perché all’intelligence risulta che 31 siano già morti. Una giornata di gioia per le famiglie di Fernando e Louis e di grande tristezza per quelle che non sanno se potranno rivedere vivi i loro cari. Hamas continua cinicamente ad avanzare richieste irricevibili e Netanyahu è convinto che “solo una costante pressione militare, fino alla vittoria totale, ci porterà al rilascio di tutti i nostri ostaggi”. Ai terroristi non si deve lasciare tregua e la conferma che Netanyahu ha ragione viene dalle rivelazioni che si susseguono. La guerra a Gaza è come scoprire il vaso di Pandora. E’ venuto fuori che un giornalista di al Jazeera la mattina scriveva e la sera comandava le unità missilistiche anticarro di Hamas, un insegnante dell’Unrwa e un medico avevano tenuti prigionieri degli ostaggi, l’ospedale Kamal Adwan di Gaza era stato trasformato in struttura militare sotto il controllo di Hamas e 16 membri del personale dell’ospedale erano agenti in servizio nelle Brigate al Qassam, l’ala militare dell’organizzazione terroristica. Ma il direttore dell’Unrwa, Lazzarini, non ne sapeva niente, Guterres non ne sapeva niente, l’Onu è innocente e preferisce condannare Israele per crimini di guerra. Tutti ciechi sordi e muti. Va a finire che il 7 ottobre se lo sono inventato gli israeliani.

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