
Ieri, migliaia di persone hanno manifestato a New York per chiedere ai 140 leader mondiali che si riuniranno all’Assemblea generale dell’ONU di porre fine ai combustibili fossili di fronte all’emergenza climatica. I cittadini hanno chiesto di fermare lo sfruttamento selvaggio delle risorse naturali del nostro pianeta, che invece di apportare benefici alla razza umana, danneggia l’ambiente e arricchisce solo pochi privilegiati. “Biden, basta ai combustibili fossili”, “Non possiamo mangiare i soldi”, “I combustibili fossili ci stanno uccidendo”, si leggevano in alcuni dei cartelli che persone di tutte le età hanno sventolato per 2 km tra la 53esima Strada e Broadway prima di terminare davanti agli uffici delle Nazioni Unite. Vale la pena notare che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite si riunirà ufficialmente dopo domani, quindi i cittadini con questa manifestazione hanno colto l’occasione per coinvolgere e sensibilizzare i rappresentanti di oltre 140 paesi che si riuniranno in Assemblea. Dalla firma del Trattato di Parigi del 2015 sono stati ottenuti alcuni risultati, ma “c’è ancora molto da fare su tutti i fronti”, si legge nel rapporto ONU, con l’auspicio che il vertice sul clima che si terrà alla fine dell’anno a Dubai sarà incentrato soprattutto sui combustibili fossili. Per l’ONU questo non è un tema estraneo, ogni tanto se ne parla durante l’Assemblea Generale, e nei summit sul clima.. Tuttavia, molti attivisti ritengono che, nonostante i diversi programmi di prevenzione climatica esistenti, si sia ottenuto ben poco in termini di sicurezza ambientale. Riflessione finale: fino a quando Cina e India (considerati paesi in via di sviluppo) ma anche gli Stati Uniti avranno facoltà di continuare a fare il bello e brutto tempo nel pianeta in fatto di emissioni sarà difficile trovare una soluzione che limiti o ponga fine alla questione climatica. Occasione per i 140 leader mondiali di farsi un altro bel viaggetto turistico in giro per il mondo, con effimere promesse, strette di mano e pacche sulle spalle.