Il libro si apre con una scena particolare: in Sud America, in un paese non precisato, alcuni missionari trovano una bambina, abbandonata, e decidono di chiamarla Consuelo. Quando Consuelo diventa troppo grande per rimanere con loro, viene mandata dalle suore e, nonostante non ami particolarmente quel nuovo ambiente, rimane per circa tre anni, durante i quali viene istruita. Non avendo visto in lei una particolare vocazione o un particolare talento, le suore le trovano un lavoro come cameriera presso l'abitazione del Professor Jones (un imbalsamatore).
Consuelo si appassiona in modo particolare alla lettura, prendendo di nascosto i volumi presenti nella fornitissima libreria del professore.
Dopo qualche anno, il professore assume un giardiniere indiano. Quando questi rimane quasi in fin di vita a causa del morso di una vipera, Consuelo si innamora di lui e dalla loro unione nasce una bambina. Consuelo decide di chiamare la bimba Eva Luna (con questo cognome particolare, che riprende le origini del padre: egli, infatti, apparteneva al Popolo della Luna).
Durante l’infanzia, Eva Luna resta particolarmente affascinata dai racconti della madre.
Il lettore comincia quindi a conoscere ed assaporare ambientazioni e personaggi che circondano la piccola protagonista durante gli anni.
Eva è forte, determinata e pronta a percorrere il cammino che la porterà a una completa coscienza di sé: la conosciamo mentre cresce, mentre diventa prima una ragazza, poi una giovane donna, ma soprattutto la seguiamo mentre si scopre attraverso l’amore, che rimane uno dei punti fermi della narrazione della Allende.
Isabelle Allende ci racconta il Sud America da una prospettiva femminile unica, con un gruppo di personaggi assolutamente fuori dal normale, dalle vite piene di situazioni incredibili e allo stesso tempo capace di mostrare un realismo non indifferente, che permette di empatizzare e identificarsi con loro o, talvolta, di detestarli con forza.
L’amore che appare in molte delle sue sfaccettature: quello carnale, quello nei confronti della famiglia, quello sentimentale, che diventa quasi spirituale, l’amore sconfinato per le parole, che guida quasi tutte le azioni di Eva Luna: il suo amore per le storie è insopprimibile e totalizzante.
Le storie di Eva si fondono con il realismo magico, cioè la fusione di elementi soprannaturali e temi realistici. Attraverso la capacità di raccontare storie, Eva è in grado di fuggire, almeno momentaneamente, dalla sua realtà (con l’atmosfera opprimente dell’America Latina, nel periodo che segue la Seconda guerra mondiale) e di costruire la propria visione della società, in modo tale da saperla affrontare meglio.
Attraverso la protagonista Eva, Isabel Allende realizza una critica allo squilibrio di genere che era presente nella maggior parte dei paesi dell’America Latina: generalmente le donne erano considerate oggetti, entità soggiogate al dominio maschile. Difatti, il nome di Eva è di per sé simbolico. La Luna è il simbolo del potere che le donne possiedono.
In molti modi, il personaggio di Eva riflette la stessa Allende e la lotta che ha dovuto combattere dopo che suo cugino, Salvador Allende, fu rimosso dall’incarico di Presidente cileno, l’11 settembre 1973.
Una storia colorata, che evoca immagini belle e variopinte. Una vita che racchiude tante vite e ne crea di infinite. Da leggere tutto d’un fiato.
Delia Covato