Rapiti dalla realtà, osservano in assoluto silenzio. Così i primi visitatori della mostra “Cronache” che porta a Modica, fino a metà ottobre, le fotografie di un nome internazionale come Alex Majoli. Inaugurata sabato sera all’ex convento del Carmine, con un corpus di oltre 130 fotografie, la mostra porta in evidenza temi importanti, narrazioni fotografiche che Majoli, da cittadino del mondo, ha catturato in più anni e in più Paesi, scegliendo anche territori martoriati dalla guerra o dalle dittature, o vicende inaspettate e drammatiche come la pandemia, per mettere soprattutto le persone al centro, protagonisti della “teatralità dell’esistenza”, di pirandelliana memoria, in cui ciascuno recita la propria parte. Come hanno ricordato i curatori della mostra, il critico d’arte Paolo Nifosì e il sovrintendente Tonino Cannata, le opere di Majoli rappresentano uomini, donne, bambini, bambine, anziani fotografati nei vari continenti, in varie nazioni, nell’arco degli ultimi trent’anni. “Contestualmente – spiega Nifosì nel testo in catalogo che contiene anche un’intervista esclusiva – fotografano la sofferenza, la pandemia, il dolore, i muri, i confini, i deboli, i poveri, gli emarginati, la violenza, le guerre, le migrazioni, il potere, le ideologie, le fedi, i popoli che subiscono. Questa varia Umanità è la protagonista di questa mostra di Modica”. Immagini caratterizzate dal buio, dai neri, che incidono fortemente nella percezione visiva del visitatore, accentuando ancor di più la tragedia, il dolore, la solitudine, le disperazioni del mondo stesso. “Portiamo a Modica una mostra straordinaria – ha detto in presentazione il sovrintendente Cannata – con un grande della fotografia mondiale, e con un’esposizione che mette al centro proprio il visitatore, sorpreso nel guardare gli scatti fotografici, sequenze di Umanità che Majoli blocca per sempre facendo diventare quei momenti immortali”. La mostra, promossa dalla Fondazione Teatro Garibaldi con il patrocinio del Comune di Modica e della Regione Siciliana (rappresentata quest’ultima dall’on. Ignazio Abbate e che ha annunciato specifici finanziamenti per la Fondazione Teatro Garibaldi) sarà fruibile fino al 15 ottobre anche per consentire, come ricordato dal vicepresidente della Fondazione, Giorgio Rizza, una fruizione alle scolaresche molte delle quali hanno già manifestato il proprio interesse. E finalmente, per la prima volta, la mostra è realmente inclusiva perché è attivo il servoscala che permette l’accesso ai disabili. “E’ la novità con cui lanciamo questa mostra – sottolinea Maria Monisteri, presidente della Fondazione Teatro Garibaldi – Grazie a lavori di adeguamento abbiamo voluto che questo appuntamento fosse davvero dedicato a tutti. Majoli è un fotografo di fama internazionale e questa straordinaria mostra a Modica, evento principale della nostra stagione estiva, non solo ci offre l’opportunità di poter fruire dei suoi scatti ma ci proietta come punto di riferimento in Sicilia per i grandi eventi”. Majoli, che ha invitato tutti a godersi la mostra e a riflettere sugli input che arrivano, ha anche spiegato che è necessario approfondire. Nell’era delle immagini veloci la fotografia di Majoli ci invita a fermarci, ad osservare, a comprendere. “Ho sempre percepito la fotografia come una cosa fisica, di carta, qualcosa di tangibile. Credo che bisogna avere il tempo per guardare le immagini. Oggi per farlo, sugli schermi del nostro smartphone, usiamo i pollici, vediamo decine e decine di immagini al secondo senza nemmeno comprenderle. Io uso l’indice, ancora. Per scattare, per raccontare. Diversamente si rischia di perdere la bussola. Nessuno ci obbliga ad andare veloci. Io penso che si debba rallentare nella vita, si debba andare più nel profondo, si debba capire di più, piuttosto che pensare di aver capito”.
- 11 Ottobre 2024 -
1 commento su “Inaugurata “Cronache” la mostra del fotografo Alex Majoli”
Le foto che avete pubblicato li percepisco come un grido di sofferenza che molte anime gridano ma che nessuno li sente perchè presi troppo dalle propagande di verità inconfutabili. Un grido straziante che molti cercano di soffocare ma nessuno ha il coraggio di farlo sentire perchè non si deve sentire.
Un grido che deve rimanere insonoro per non fare pensare le persone perbene e pieni di moralità.
Una sofferenza che qualcuno ha deciso di curare con Tachipirina e vigile attesa prima della tortura, cioè della ventilazione forzata e morte per iperventilazione.
La sofferenza, la pandemia, il dolore, i muri, i confini, i deboli, i poveri, gli emarginati, la violenza, le guerre, le migrazioni, il potere, le ideologie, le fedi, i popoli che subiscono, sono tutte conseguenze del globalismo atlantista che molti assecondano per tornaconti personali e altri per indottrinamento dovuto alle propagande asfissianti e senza tregua. Popoli manipolati e governati da psicopatici allucinati e che nessuno ha il coraggio di fare emergere perchè tutti appartenenti alla stessa famiglia e tutti a recitare il copione del politicamente corretto.
“Nessuno ci obbliga ad essere veloci”, però se non si usa la velocità nel susseguirsi dei fatti che sono uno dopo l’altro, poi la gente ha modo di riflettere e metabolizzare, se gli diamo questo tempo, poi le narrazioni sono destinate a crollare una dopo l’altra e addio Agenda 2030.