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“Il sindaco di Pozzallo e il pelo nell’uovo”. Riceviamo

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Nel corso degli ultimi otto mesi l’Amministrazione Comunale ha prodotto un numero impressionante di delibere e di determinazioni  che avrebbero dovuto colmare, almeno in parte, il vuoto  di sette dirigenti e l’attività gestionale dell’Ente. A tali atti sono conseguite puntuali revoche e la certezza della spesa di € 21.960,00 liquidata alla società cui era stato affidato il servizio di gestione completa delle procedure concorsuali.

Giorni fa il Sindaco ha dichiarato alla Stampa che i dirigenti e i segretari comunali sono terrorizzati dall’idea di venire a Pozzallo“per il fiume continuo ed esagerato di denunce da parte del Sindacato e di qualche consigliere di minoranza”e ha concluso lamentando che “non permettere a un sindaco di avere un vertice burocratico vuol dire dare la mano libera al malaffare e spazio a chi vuolel’illegalità”.

Non potendo auspicare la soppressione del controllo delle opposizioni e delle attività sindacali, che evidenziano i marchiani errori procedurali compiuti, il Sindaco torna al refrain del “malaffare” per colmare  la sua incapacità edincompetenza di gestione. Non per niente la Corte dei conti di Palermo l’ha degradato a pessimo amministratore infliggendogli una prima condanna al pagamento di € 18.000,00 già sborsati, ed una seconda (non definitiva) al pagamento di € 105.000.00. Senza dire dei procedimenti penali a suo carico, dai quali auspichiamo, per l’immagine della città, che possa uscire indenne, avviati a seguito di indagini che non possonoessere  liquidate, conil disprezzo che gli è solito nei confronti della Magistratura, ordinaria e contabile, che, anziché occuparsi di questioni serie, sarebbe alla ricerca del pelo nell’uovo!

In poco meno di un anno Ammatuna ha: consegnato il Porto a Catania ela piscina comunale all’abbandono; ha comunicato entusiasticamente l’attivazione di un pozzo artesiano in contrada Inchiudenda, risultata poi abusiva, senza dire più nulla a circa un anno; ha compromesso l’ambiente e il turismo della città consentendo ai confini del suo   territorio un impianto di biogas; con un suo ricorso al TAR di Catania ha proposto di insediare in zona ASIla discarica per inerti prevista a Lanzagallo;ha realizzato a Raganzino uno scavo, lasciato da mesi a cielo aperto, che anziché assorbire le acque piovane, ha fatto emergere quelle marine; rende pessimi servizi nel campo della refezione scolastica e in quello dei trasporti degli studenti pendolari;nulla fa per rimediare al vergognoso stato delle strade, ridotte a forme di emmenthal peggiorate da ridicoli dissuasori; non riesce a riavviare i lavori di villa Tedeschi e di Palazzo Giunta; non ha speso una sola parola per l’avvio dell’ampliamento del  territorio comunale; ha sospeso e poi riattivato il Centro Diurno giusto il tempo per integrare l’organico con suoi affidati clienti e tentare di inserirne altri in seno alla cooperativa, affidataria della manutenzione del verde; non salda le mensilità alla  società già addetta a tali attività mentre liquida con puntualità le sue indennità e quelle dei suoi Assessori.

Tali e tante problematiche lasciate irrisolte, ed anzi acuite, legittimano il sospetto che Ammatuna, conscio della ineluttabilità della anticipata cessazione dalla carica, stia valutando di non potere oltre arricchire il suo banale book fotografico, se non con i crolli, le rovine e i debiti prodotti,e abbia deciso con le sue azioni  di rendere insostenibile,per chiunque dovrà occuparsene, la gestione della Città.

Enzo Galazzo

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