
La Turchia intende costruire più di 400.000 edifici residenziali e industriali nelle dieci province del sud-est colpite dai terremoti del 6 febbraio, ha riportato mercoledì un quotidiano locale citando il ministero turco dell’Urbanistica. In un comunicato, il ministero ha riferito che finora gli esperti hanno ispezionato più di 387.000 edifici, precisando che 50.576 di essi sono crollati o necessitano di urgente demolizione a causa di gravi danni strutturali subiti. Il rapporto ha aggiunto che 11.114 immobili hanno subito danni moderati e 99.300 hanno subito danni lievi e hanno interessato 13,5 milioni di persone residenti nelle dieci province. Durante la conferenza stampa, il ministro, Murat Kurum, ha spiegato che l’analisi dei danni è ancora in corso, sottolineando che le autorità “demoliranno rapidamente ciò che deve essere demolito per costruire case più sicure”. Da parte sua, la Turkish Housing Development Administration (TOKI) ha riferito che il lavoro di progettazione per nuove case è già iniziato. Secondo l’agenzia, la costruzione di queste opere inizierà a fine febbraio. Per il mese di giugno il ministro dell’urbanistica “stima che 100mila edifici residenziali dovrebbero essere pronti”. Difficile crede a queste affermazioni. In un messaggio il ministro Kurum, ha spiegato che i sopralluoghi effettuati nelle dieci province è servito per l’individuazione di luoghi sicuri dove costruire i nuovi insediamenti abitativi. Per quanto riguarda i soccorsi , il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha annunciato che più di 7.500 stranieri continuano le operazioni di soccorso e scavo nel sud-est della Turchia per aiutare ad alleviare le conseguenze del sisma, informando che sono un centinaio gli stati che hanno offerto assistenza alla nazione turca. L’Autorità per la gestione dei disastri e delle emergenze (AFAD), annessa al Ministero dell’Interno, ha riferito ore fa che il Paese sta vivendo una situazione incredibile poiché dal 6 febbraio sono state registrate quasi 3.900 scosse di assestamento.