
L’ANPI di Ragusa, attraverso il suo presidente provinciale, Gianni Battaglia, interviene per celebrare il Giorno del Ricordo. Giornata istituita con legge del 2004 il 10 febbraio che serve a ricordare le vittime delle Foibe.
«Una tragedia che va riconosciuta e non dimenticata.» sottolinea Gianni Battaglia. «Al di là delle strumentalizzazioni va ricordato, tuttavia, che nel nostro Paese andrebbero ricordate altre storie così come sottolinea il presidente nazionale dell’ANPI, Gianfranco Pagliarulo»
«In Italia c’è un giorno del ricordo dei crimini delle foibe e del dramma dell’esodo. Ma non c’è un giorno del ricordo dell’invasione italiana alla Jugoslavia, non c’è un giorno del ricordo dei massacri italiani che ne seguirono, non c’è un giorno del ricordo delle centinaia e centinaia di donne, partigiane, staffette o semplici cittadine seviziate e uccise dai nazifascisti in Italia, non c’è un giorno del ricordo dei crimini della X Mas italiana, che collaborava con i nazisti, non c’è un giorno del ricorso dell’occupazione della Carnia da parte delle armate cosacche al servizio del Terzo Reich, non c’è un giorno del ricordo degli oltre 600mila internati militari italiani in Germania, molti dei quali non tornarono. Non solo, c’è una sorta di cancellazione di tutto ciò dalla memoria pubblica, a cominciare dalle colpe mai espiate dei criminali di guerra italiani nella ex Jugoslavia». Ha dichiarato il presidente nazionale dell’ANPI Gianfranco Pagliarulo. E, ancora, «Noi proponiamo proprio questo: non si faccia del Giorno del Ricordo in Italia un momento di ulteriore strappo, di divisione fra gli italiani e fra gli italiani, gli sloveni e i croati. Sia davvero una giornata di memoria osservante di tutte le memorie: delle foibe, dell’esodo, delle stragi operate in Slovenia e in Croazia, dei morti nei campi di internamento. Sia una giornata di rispetto e non di oltraggio, di analisi storica e non di propaganda, di fraternità e non di odio, di pace e non di guerra. Questo è il messaggio che ci permettiamo di inviare alle autorità italiane».