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CBD sì o no? Quali sono i rischi per la salute

Tempo di lettura: 2 minuti

Negli ultimi anni si è assistito a un aumento esponenziale delle persone che hanno iniziato a fare uso di CBD, ossia del cannabidiolo. Questa sostanza, estratta dalla pianta di canapa, si è infatti rivelata un eccellente rimedio contro un gran numero di disturbi: da quelli più lievi come le semplici irritazioni alla pelle, a quelli più seri come l’ansia generalizzata e la depressione.

Tra coloro che hanno tratto dei benefici assumendo CBD figurano inoltre i malati oncologici, le persone epilettiche e quelle affette da gravi malattie neurodegenerative.

L’assunzione del cannabidiolo ha infatti alleviato i sintomi di tutte queste patologie, procurando sollievo e benessere a coloro che ne soffrivano. Ciò nonostante, esistono ancora persone convinte che il CBD possa nuocere in qualche modo all’organismo, provocando degli effetti collaterali.

Il CBD fa male alla salute? Questa è la domanda che tormenta incessantemente coloro che si avvicinano a questa sostanza per la prima volta: una domanda che impedisce loro di approcciarvisi con serenità, fino al punto di farli desistere dall’assumerlo. Da qui l’importanza di avere informazioni chiare e precise sugli effetti del CBD, al fine di capire con sicurezza se e quanto possano effettivamente risultare benefici.

Cos’è il CBD?

CBD è l’acronimo che viene usato per identificare il cannabidiolo, uno dei numerosi principi attivi presenti all’interno della canapa. Questa pianta, coltivata da millenni, contiene infatti oltre un centinaio cannabinoidi, tra i quali figurano sia il CBD che il THC.

Quest’ultimo altro non se non il tristemente famoso tetraidrocannabinolo, vale a dire l’ingrediente principale della marijuana, noto per procurare al cervello effetti psicoattivi che si traducono nel cosiddetto “sballo”. Ciò ha fatto sì che il THC venisse dichiarato illegale, così come tutti i prodotti che ne contengono un quantitativo al di sopra della soglia stabilita dalla legge.

Del resto, non è una novità: tutti sanno che la marijuana, pur essendo considerata una droga “leggera”, rappresenta comunque una sostanza illegale. Il CBD, al contrario, non solo non è vietato dalla legge, ma è universalmente considerato un ottimo rimedio alternativo, in grado di curare un gran numero di patologie e di agire con efficacia soprattutto nei pazienti cosiddetti “farmaco resistenti”. Ma, esattamente, quali sono i benefici che questa sostanza procura al nostro organismo?

Gli effetti benefici del CBD

Il CBD possiede numerose proprietà benefiche, che gli permettono di agire a 360° sull’organismo, sia a livello fisico che psichico. Più nello specifico, infatti, questa sostanza funzione come ottimo:

  • antidolorifico: alleviando sia i dolori cronici, sia quelli acuti;
  • antinfiammatorio: guarendo le infiammazioni locali, incluse quelle provocate dall’acne; e quelle più profonde, come ad esempio quelle che colpiscono i muscoli in seguito a un’intensa attività sportiva;
  • ansiolitico e antidepressivo contro ansia, stress e depressione;
  • antipsicotico e anticonvulsionante: contrastando i sintomi delle piscosi e dell’epilessia;
  • antiemetico: alleviando la nausea e il vomito;
  • neuroprotettivo: contrastando i sintomi degenerativi delle patologie neurologiche.

Come puoi intuire tu stesso, grazie a tutte le numerose proprietà benefiche che possiede, il CBD è in grado di intervenire con efficacia su un gran numero di disturbi, alcuni dei quali particolarmente gravi. Vediamo insieme quali sono.

Contro l’epilessia

Uno dei problemi più gravi riscontrati nei pazienti affetti da epilessia si verifica a causa della mancata risposta ai farmaci: una situazione estremamente sgradevole che li porta a soffrire continuamente di violente convulsioni. Uno studio condotto nell’Università dell’Alabama, tuttavia, ha dimostrato la grande efficacia di un farmaco a base di CBD chiamato “Epidiolex”.

Esso è stato somministrato, per un periodo di due anni, su un campione di pazienti composto da 89 bambini e 80 adulti, tutti accomunati dal fatto di non reagire correttamente all’assunzione delle medicine tradizionali.

Nel giro di un solo mese, il 34% degli adulti e il 44% dei bambini ha registrato una diminuzione degli attacchi epilettici pari al 50%: percentuali che, al termine dei due anni dell’esperimento, sono ufficialmente salite al 71% e al 61%, dimostrando così la grande efficacia del cannabidiolo nel trattamento dell’epilessia.

Per alleviare gli stati d’ansia

Soffrire di ansia generalizzata significa non godersi la vita. Questo perché l’ansia aumenta esponenzialmente le preoccupazioni legate alla quotidianità, ne crea di nuove e provoca un ingiustificato e perenne senso d’allarme, fino a sfociare in una serie di sintomi fisici invalidanti come emicrania, palpitazioni, mal di stomaco, nausea e vomito.

Gli ansiolitici tradizionali, anche se spesso risolvono il problema, lo fanno al prezzo di pesanti effetti collaterali, senza poi contare il fatto che l’ansia si ripresenta puntualmente nel momento in cui si smette di assumerli. Il CBD, invece, agisce sul cervello in maniera molto naturale, stimolando la produzione della serotonina, ossia l’“ormone del buonumore”, e inducendo così una piacevole sensazione di benessere psicologico.

Il vantaggio, oltretutto, è che questo tipo d’intervento non funziona soltanto contro l’ansia generalizzata, ma anche su quella più specifica provocata ad esempio da fobie (es. l’ansia sociale, che colpisce coloro che sono terrorizzati dalla folla e dall’interagire con gli altri), o sull’ansia che si manifesta in concomitanza con la depressione. Il tutto senza provocare i tipici (e sgradevoli) effetti collaterali degli psicofarmaci.

CBD antidolorifico

Il dolore è una delle sensazioni più sgradevoli che si possano sperimentare, soprattutto quando nulla sembra farlo passare. Anche quando funzionano, infatti, gli antidolorifici inducono spiacevoli effetti collaterali, come per esempio sonnolenza e/o mal di stomaco.

Il CBD è specializzato soprattutto nella cura del dolore cronico, probabilmente il peggiore in assoluto, in quanto non deriva da una vera e propria causa scatenante, bensì da una patologia costantemente presente nella vita del paziente, che soffre così di dolori costanti.

Oltre a questo, il cannabidiolo viene spesso usato per trattare anche i casi di dolore acuto, per esempio quello che colpisce i muscoli in seguito a una caduta durante l’attività sportiva, o quello provocato da un’infiammazione. In tutti questi casi, infatti, il CBD sortisce un piacevole effetto analgesico, alleviando la sintomatologia dolorosa e aiutando chi ne soffre a ritrovare il benessere perduto.

Gli effetti collaterali del CBD

E arriviamo ora a trattare lo snodo principale di questo articolo, la risposta alla domanda che molte persone si fanno quando si avvicinano per la prima volta al mondo della cannabis light: il CBD può provocare effetti collaterali?

bbene, la risposta è che, come qualsiasi altra sostanza che interagisce con il nostro organismo, anche il cannabidiolo può indurre delle piccole reazioni avverse, sebbene di lieve entità. Le persone che lo hanno assunto, specialmente se si trattava della loro prima volta, hanno infatti riferito di aver sperimentato alcuni sintomi spiacevoli, come ad esempio:

  • mal di testa: un disturbo che il CBD è solitamente in grado di curare ma, se assunto in quantità massiccia, potrebbe anche provocarlo;
  • nausea e diarrea: sintomi che insorgono soltanto con alcune tipologie specifiche di CBD, come ad esempio l’olio di CBD full spectrum, soprattutto se assunto a stomaco vuoto;
  • alterazioni nell’appetito: alcune persone hanno registrato una diminuzione del senso di fame;
  • vertigini: un disturbo che potrebbe essere causato anche dal basso quantitativo di THC presente nella cannabis light;
  • affaticamento: una sensazione che insorge a causa degli effetti calmanti del CBD, che alle volte funzionano fin troppo bene;
  • secchezza delle fauci: un sintomo del tutto innocuo, provocato da una lieve disidratazione.

Come puoi vedere tu stesso, pertanto, più che di effetti collaterali veri e propri, è più opportuno parlare di leggere controindicazioni, che tendono perlopiù a risolversi spontaneamente nel momento in cui il corpo si abitua all’assunzione del CBD.

Questo è il motivo per cui è sempre buona norma non agire mai di testa propria ma, al contrario, consultarsi con il proprio medico di fiducia e affidarsi a lui per quanto riguarda l’esatto dosaggio con cui dare inizio alla cura a base di cannabidiolo. Alle volte, infatti, è sufficiente questa piccola precauzione per stroncare sul nascere qualsiasi controindicazione, godendo sin da subito dei massimi benefici procurati dalla sostanza.

Come prevenire le possibili controindicazioni

Come ti abbiamo già accennato, il modo migliore di prevenire ogni possibile controindicazione derivante dall’assunzione del CBD consiste nell’azzeccare il dosaggio esatto. Da qui la necessità di chiedere consiglio al proprio medico di fiducia, in quanto il cannabidiolo è una sostanza con effetti strettamente individuali, motivo per cui non è possibile calcolare a prescindere il numero esatto delle gocce da prendere.

La regola generale, tuttavia, prevede di cominciare sempre da un dosaggio minimo, per poi aumentarlo via via man mano che si cominciano a sperimentare gli effetti positivi. Oltre a questo, occorre poi prestare molta attenzione al tipo di prodotto che si acquista, in quanto la concentrazione di CBD in esso presente influenza inevitabilmente il quantitativo da assumere.

Un olio di CBD con una concentrazione compresa tra il 5% e il 10%, per esempio, avrà un impatto meno decisivo sull’organismo, proprio perché più leggero. Di contro, un olio che contiene il 30% di cannabidiolo, risulterà inevitabilmente più pesante e, di conseguenza, sarà necessario assumerlo in maniera graduale.

E questi sono soltanto alcune esempi. In aggiunta, occorre infatti tenere in considerazione variabili più personali come il sesso d’appartenenza, il peso corporeo, l’età, ecc. Tutte questioni che riguardano esclusivamente il singolo paziente e per le quali non è possibile trovare una risposta precisa su due piedi. Da qui, lo ribadiamo, la necessità di non affrontare da soli la cura a base di CBD, facendosi consigliare dal proprio medico che, sulla base delle sue conoscenze, saprà senz’altro individuare con certezza le misure da adottare per godere appieno dei benefici di questa sostanza.

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