
Un altro disastro umanitario e ambientale ha colpito in queste ore il Cile dopo lo sviluppo di 63 incendi tuttora attivi in due regioni. Il Servizio nazionale sudamericano catastrofi (SENAPRED) del Cile ha annunciato questo lunedì che sono state segnalate 3.276 vittime e 1.156 case distrutte dai 63 incendi ancora attivi tra le regioni del Maule e La Araucanía. Per dar fronte al disastro, SENAPRED ha precisato che sono state schierate oltre 170 brigate in collaborazione con quelle del Corpo Nazionale Forestale (CONAF) e altre compagnie nazionali, oltre a 60 velivoli tra elicotteri e arei cisterna Ten Tanker che hanno la capacità di imbarcare 36.000 litri d’acqua. Una lotta serrata contro l’avanzamento dei incendi che hanno bruciato finora 246.198 ettari di terreno boschivo. Allo stesso modo, circa 300 membri della brigata messicana si uniranno alle regioni Bío Bío e Ñuble, territori in cui sono andati in fumo 180.000 ettari di terreno, più di 800 case distrutte e 19 morti. A fuoco anche tre strutture ospedaliere (per avevano una capacità complessiva di 267 posti letto) con 1.383 persone ricoverate e 1.260 persone curate in centri sanitari di emergenza. Al momento in cui scriviamo 161 incendi sono tenuti sotto controllo. A loro volta, otto regioni rimangono in allerta rossa, quattro in allerta gialla.
1 commento su “Cile. 3.276 vittime in 63 incendi boschivi attivi in due regioni”
Che cosa vuole che importi ai più! Le morti sono numeri , dati , statistiche, necessari a rimuoverne l’esistenza e a lasciar intravedere che la scienza umana un giorno la sconfiggerà.