
L’attivista ex presidente del Myanmar la 77enne Aung San Suu Kyi è stata condannata a sei anni di carcere per presunti atti di corruzione. Ennesima condanna che aumenta la sua pena detentiva a complessivi 26 anni. Lo ha deciso il tribunale della giunta militare del Paese asiatico ha condannato Suu Kyi, per due casi di corruzione di cui era accusata per aver accettato tangenti da un potente uomo d’affari. La vincitrice del Premio Nobel per la pace del 1991, privata della libertà dopo il colpo di stato in Myanmar, deve affrontare altri processi, tutti tenuti a porte chiuse, accusata, tra le altre, di aver abusato della sua posizione di presidente del Paese. I rappresentanti legali dell’ex leader hanno negato ogni accusa avanzate contro la loro assistita Aung San Suu Kyi. Due settimane fa, l’attivista era già stata condannata a tre anni di carcere per aver violato la legge sul segreto di stato. Il colpo di stato in Myanmar perpetrato dai militari il 1° febbraio 2021 ha fatto precipitare il Paese in una profonda crisi politica, sociale ed economica, che ha aperto una spirale di violenze e feroci repressioni. L’Associazione delle ONG birmane che prestano assistenza ai prigionieri politici, ha affermato che dal 2021 più di 2.340 persone sono morte nel paese a causa della brutale repressione delle forze militari contro le proteste pacifiche della popolazione.