
Bisogna avere le idee chiare su cosa fare per le Zes (Zone Economiche Speciali) per sfruttare al meglio il loro enorme potenziale economico ed occupazionale. Le aree Zes devono risultare attrattive per gli investimenti nazionali ed estere, devono essere in grado di creare nuova ricchezza e, principalmente, devono aumentare l’occupazione nei territori interessati. Per realizzare tutto ciò, afferma il deputato Ignazio Abbate, bisognerà creare in primis un piano, corredato da una strategia strutturata, di marketing-comunicazione, strumento necessario per promuovere efficacemente le aree ZES ai potenziali investitori. La strategia primaria deve essere quella di creare poli di crescita che siano laboratori e portatori di innovazioni capaci di promuovere lo sviluppo produttivo – occupazionale delle nostre aree svantaggiate. I miliardi di euro messi a disposizione dal PNRR per le 8 aree individuate devono essere messi in condizioni di essere spesi servendo anche alla creazione di infrastrutture a sostegno dei territori interessati. Ben 2 miliardi di euro sono destinati al miglioramento del trasporto delle merci e delle mobilità delle persone, all’aumento della connessione verso le principali reti europee e proprio alla modernizzazione delle infrastrutture che rappresenta un fattore abilitante per lo sviluppo dell’ecosistema delle ZES. E’ necessario fare sinergia con i poli universitari e centri di ricerca per creare aree di eccellenza. Così come è fondamentale puntare su progetti infrastrutturali coerenti con le ambizioni di sviluppo del Paese come il collegamento di “ultimo miglio” per consentire ai distretti produttivi di ridurre tempi e costi nella logistica. Occorrerà procedere, prosegue Abbate, alla digitalizzazione e al potenziamento della logistica, urbanizzazioni green e lavori di efficientamento energetico e ambientale nelle aree retroportuali e nelle aree industriali appartenenti alle ZES. Modificare i vincoli paesaggistici esistenti nelle Zes attualmente individuate, che dovranno essere estese necessariamente alle aree portuali (ad oggi riguardano solo le aree industriali ed artigianali retrostanti i porti). Se riusciremo ad estendere alle zone portuali le Zes sarà molto più semplice concretizzare il progetto delle “autostrade del mare”, fondamentale volano di sviluppo per un territorio come il nostro.