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Il Vescovo che vorrei…di Umberto Bonincontro

Tempo di lettura: 2 minuti

Il Vescovo che vorrei
Per l’elezione di un vescovo, fino al V secolo, era il popolo (laici e preti) che sceglieva il nuovo pastore, oggi si segue una prassi diversa. L’elezione del vescovo avviene nel massimo segreto. Non si fa una verifica della situazione della diocesi, non si accettano desideri e richieste della Comunità. L’elezione è di nomina pontificia, ma Papa Francesco non può conoscere i candidati, può dare solo indicazioni. E allora entrano in scena a volte raccomandazioni e perfino cordate maturate nel corso degli anni. Motivo per cui, non di rado, vengono scelte persone poco adatte, spesso ambiziose, carrieriste e così a pagarne le conseguenze è la Comunità. Il Papa, speriamo al più presto, nominerà il nuovo Vescovo di Noto che succederà a Mons. Antonio Staglianò, nominato Presidente della Pontificia Accademia di Teologia. Auspichiamo che la scelta risponda ai reali bisogni della diocesi, che venga scelto un autentico “uomo di Dio ” che ama e si faccia amare da tutti, senza alcuna esclusione. Un uomo, profondamente umano serio, di parola, onesto, lineare, pulito, paziente, dialogante, speranzoso, amico dei più fragili… un uomo immerso nel presbiterio e nella vita del popolo di Dio, capace di intessere relazioni di comunione e di indicare la direzione verso cui volgere lo sguardo, attento alle singole persone e rispettoso di tutti, disponibile a dare una mano a chi è caduto e di spronare chi si è fermato Un uomo che si lascia, anche, aiutare, perché umilmente consapevole delle sue fragilità. Insomma, un uomo che abbia il cuore inzuppato d’amore per Dio e per il suo Popolo. Un uomo di fede che ama la Chiesa e la serve con generosità (1).. Un credente che sia anche, e soprattutto, credibile. La diocesi attende un vescovo-pastore, un vero padre capace di ascolto e di dialogo, disponibile alla collaborazione con le molte realtà della diocesi, sempre in ascolto di tutti preti e fedeli, e non di alcuni soltanto. E’, infatti, attraverso l’ascolto e la comunione vissuta, che il Vescovo è chiamato a guidare il Popolo di Dio che gli viene affidato. Il Vescovo, per questo, abbia cura nella scelta dei suoi collaboratori, ad iniziare dal Vicario generale. Nel processo di selezione, le variabili sono così numerose e talvolta imprevedibili, che un vescovo saggio deve avere l’umiltà di porvi rimedio quando si rende conto di un errore evidente. Un vescovo deve avere delle motivazioni nobili nella scelta dei collaboratori. Non è sufficiente cercare di ‘accontentare’ o di compiacere. Il fallimento di un episcopato dipende da tanti fattori, ma anche dalla scelta dei collaboratori. Vanno tenuti alla larga quei preti carrieristi, che attendono il nuovo vescovo, per salire sul carro del vincitore. Il carrierista nella Chiesa c’è sempre stato. E si riconosce anzitutto per la sua mediocrità. Egli appartiene ad una delle categorie umane più ripugnanti, forse una delle più ciniche. Egli sa che deve arrivare dove vuole arrivare, a costo di vendersi, che sta con il suo capo fino a che è sull’altare, ma l’abbandona quando lo vede sulla polvere. La Sinodalità, che è l’identikit della Chiesa, e a cui tanti vescovi e presbiteri non credono, contribuirebbe a controllare e a stemperare quei sentimenti tanto comuni nelle Comunità quali l’invidia e la gelosia. A tal proposito Papa Francesco dice: ”La persona invidiosa, la persona gelosa è una persona amara: non gode del bene che ravvisa nell’altro, non sa lodare, non sa cosa sia la gioia, perché guarda solo ‘che cosa ha quello e io non ho’. Un altro atteggiamento tipico della gelosia e dell’invidia, sono le chiacchiere per abbassare l’altro. Le chiacchiere dividono la comunità, distruggono la comunità. Sono le armi del diavolo”.
(1) Come ha scritto don Giuseppe Alcamo del clero di Mazara del Vallo in occasione della nomina del nuovo Vescovo.

Umberto Bonincontro

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12 commenti su “Il Vescovo che vorrei…di Umberto Bonincontro”

  1. Don Umberto Bonincontro,
    Le Sue parole sono toccanti, a tratti ho percepito sincerità. Non so se per l’età il perchè ha detto tante saggezze, ma la chiesa dovrebbe essere quella da Lei descritta e non quella che indica Bergoglio.
    La politica ecclesiale non è uno bello spettacolo da vedersi, allontana i fedeli ma soprattutto chi per secoli ne ha visto la sua casa!

  2. Don Umberto, è difficile un uomo inzuppato di Amore infinito verso Dio e verso il Popolo.L’egoismo,l’ipocrisia, l’ambizione dominano, e quanto Lei dice, dà amarezza per la Chiesa che si conosce :umile, costruttiva e solidale. Una dispersione di Fede avvalorata da comportamenti ambigui e pericolosi, da bramosia di potere che l’ascolto e la comunione vissuta non conciliano. Il Suo carisma, il Suo modo di operare è stato inclusivo ed educativo per più generazioni…. ed ha caratterizzato la sua Chiesa, quella chiesa che ora, facilmente, si fa disconoscere e delude.

  3. Alle volte ciò che succede è incomprensibile alla nostra ragione ed alle nostre menti, Dio segue delle logiche diverse dal nostro modo di pensare, per il raggiungimento del proprio disegno.
    Non credo proprio che sia utile abbandonarci al giudizio sull’operato del precedente vescovo, ma neppure al giudizio “preventivo” su ciò che farà il prossimo vescovo,
    ma proprio perchè non abbiamo gli strumenti per poter indagare le ragioni di Dio.
    Eppure credo aver letto da qualche parte, qualcosa, credo di aver compreso da piccolo che il giudizio, in qualche modo è una pratica non utile all’evoluzione dell’uomo… figuriamoci allora la condanna o la selezione fra vescovo “saggio” o vescovo “non saggio”, proprio perchè non è consentito all’uomo poter scrutare il cuore dell’uomo.
    Un autentico “uomo di Dio ” che ama, potrebbe anche non essere amato da tutti, e questo potrebbe essere ciò di cui possiamo inconsapevolmente aver bisogno, solo Dio può dirlo.
    Forse, nelle ultime settimane, si è assistito ad un fenomeno tutto terreno (volevo dire terra terra) di stupore e di disapprovazione sulle scelte fatte dal precedente vescovo, senza minimamente (per i fedeli o per chi si professa tale) limitarsi ad accettare quelle scelte, senza porsi il dubbio di quali logiche abbiano determinato quelle scelte… che,
    anche se apparentemente sbagliate, illogiche o assurde, in qualche modo avrebbero un senso in un disegno divino a noi sconosciuto.
    Se “le chiacchere dividono le comunità e sono armi del diavolo” come riportato nell’articolo, allora occorre limitarsi nelle chiacchere ed accettare rispettosamente .

  4. Grazie a Don Umberto Bonincontro per il coraggio ad esprimere il suo pensiero sulle caratteristiche che un vescovo debba avere per interpretare al meglio il suo ruolo e le funzioni a lui assegnate.
    Ha avuto coraggio perché, nel delineare la figura di come dovrebbe essere, ne ha tracciata una che è stata secondo noi quella reale. Chi anche lontano dall’istituzione ecclesiastica ha letto in questi anni gli articoli su Dialogo firmati da Piero Vernuccio ha potuto farsene un’idea. Ha mai dato una risposta o si è fatto carico dei problemi sollevati? Forse per disegno divino o meri interessi personali? Non attribuiamo a Dio le mancanze, le meschinità…
    Ancora: tutta colpa di uno? No, ci sono gli arrivisti, i carrieristi che lo circondano e che col loro silenzio e passiva accettazione o compiacenza hanno le loro responsabilità, non dimentichiamolo.
    Auspichiamo che le parole di Don Umberto, che noi apprezziamo, siano ascoltate da chi assumerà tale incarico e che abbiano un riscontro positivo nella vita della Diocesi.

  5. Durante il vescovato di Staiano’ ho avuto modo di parlare con diversi sacerdoti in età “matura”, tutti quanti dicevano le stesse cose ovvero che il vescovo ha ostentato ricchezza e sfarzo, io abbino la sua figura ai papi re che tutto avevano tranne la fede in Dio. Peccato che lui ma anche tanti preti hanno dimenticato la povertà del Cristo. Chissà se al cospetto di papà Francesco indosserà i tanti abiti e scarpe firmate che possiede!!!!

    P. S. ci aveva rotto pienamente le scatole con i suoi concerti durante cresime e prime comunioni.

  6. Grazie per il profilo del Pastore che ci hai condiviso e che, spero, corrisponda al successore del vescovo uscente.

  7. Credo di poter dire che don Umberto sia un pastore d’altri tempi.
    Non di vecchio stampo, per quanto positiva sia l’accezione, ma di quella tempra forte e tenace che ha recepito prontamente e pienamente il vento di cambiamento nella Chiesa dopo il Concilio Vaticano II, anche quando sembrava impercettibile e per quanto abbia tardato a permeare la Chiesa stessa.
    Nei primi anni ’60, giovanissimo sacerdote, avvertiva già l’esigenza di rendere la comunità viva, coinvolgendo ogni fedele in una partecipazione attiva. Non un parrocchiano “consumatore” di messe e liturgie ma un membro operoso nelle attività parrocchiali.
    Sentiva forte il richiamo alla condivisione di esperienze di fede fortemente legate alla realtà quotidiana; attento alle necessità dei parrocchiani meno abbienti in una comunità che tuttavia ne comprendeva anche di opposta estrazione sociale ed economica; strenuamente impegnato e vigile in campo sociale.
    E’ naturale che lo zelo per una pastorale aderente al Vangelo, in grado di comunicare con le parole e soprattutto con le opere la coerenza di una vocazione aperta al mondo, attenta a ogni vita, provochi non poca sofferenza alla vista – ciò che appare anche ad occhi meno sensibili e che con dolore Papa Francesco continua a ricordare a tutti – di una Chiesa inaridita che – attraverso una larga parte dei suoi componenti, più o meno autorevoli – sembra esprimere messaggi lontani dall’essenza evangelica che adombrano l’instancabile ancorché molto meno visibile opera dei molti – sacerdoti, religiosi e laici – più fedeli al vivere cristiano.
    Ora, il vescovo delineato da don Umberto è, credo e spero, quello che tutti vorremmo.
    Un vescovo che incarni il pastore diocesano ideale: “un vero padre capace di ascolto e di dialogo”, senza nulla togliere o dare a chi lo ha preceduto, in un passato più o meno prossimo o più o meno remoto.
    La nomina di un prelato è certamente atto difficile. In teoria più che in realtà, dovrebbe scaturire dal suggerimento dello Spirito in ausilio al discernimento umano, a sua volta sorretto da informazioni frammentarie.
    Nell’analisi, limpida e realistica, di don Umberto non vedo trasparire giudizi o chiacchiere, come qualche commentatore ha osservato.
    Probabilmente, oggi più che mai e al di là degli imperscrutabili disegni divini, un modo di pensare deleterio ci porta a vedere riferimenti o allusioni inesistenti e non riesce a sottrarci, nell’immaginario individuale e collettivo, alla creazione di inevitabili e interminabili competizioni tra buoni e cattivi, protagonisti e gregari, trascinatori di folle e silenziosi eremiti.
    Nelle parole di don Umberto scorgo solo un desiderio vivo e sincero.
    “Il desiderio di pregare è una preghiera stessa”, scriveva Georges Bernanos (autore di “Diario di un curato di campagna”, opera cara a don Umberto che diede una tesi in francese sul libro e sul film che fedelmente ne trasse Robert Bresson).
    Quella per il Vescovo che verrà è un’attesa importante, che vale la preghiera della comunità diocesana di Noto e che coinvolge con la fede chi crede ma a cui anche chi non crede è sensibile.

  8. Naturalmente nel mio precedente commento non mi sono riferito a don Umberto, e neppure ho espresso giudizi su qualcuno o qualcosa, ho semplicemente evidenziato ciò che è stato in queste ultime settimane sotto gli occhi di tutti.
    In particolare la mia osservazione andava verso una certa linea di “fede” che non accontentandosi di esprimere giudizi su questo o quell’altro operato o evento, va addirittura nella direzione di “decidere” le qualità e le virtù del prossimo -vescovo-, ergendosi a consigliere del Pontefice, spiegando dall’alto della propria saggezza, sotto sotto, ciò che la comunità ha “bisogno”.
    Ignorando, forse, i nostri limiti terreni e giudicando di fatto le qualità di chi è preposto a fare delle scelte e consapevolmente o inconsapevolmente e quindi a fare la volontà di Dio.
    E chi può dire certe cose? Oramai si è diffusa anche l’idea che ciascuno di noi “brilli” di luce propria, la convinzione di essere nel giusto alle volte ci fa diventare presuntuosi e senza nessuna umiltà, l’unica via di uscita per le persone semplici è il giudizio e per i più intransigenti si arriva alla condanna.
    – C’è da dire che in altre religioni, molto meno evolute, il giudizio seguito dalla condanna poi ha il livello successivo della esecuzione della condanna (ad esempio il caso dell’accoltellamento di Salman Rushdie, in questo caso comprendiamo bene si tratti di fanatismo religioso. –
    @Enzo, la ringrazio per la condivisione di idee, ma seguo la linea del “non giudizio” e della difesa della “libertà di pensiero”, non solo per argomenti di questo articolo, ma anche nei commenti riguardanti la politica.

  9. La delusione è un’amara ironia, un sentimento di tristezza, sfumato di rabbia, che nasce quando vediamo disattese le nostre aspettative, quando la realtà non corrisponde a ciò che credavamo, o speravamo.

  10. LavocediMonserrato

    Don Umberto

    Avremmo bisogno di un grande vescovo, un “uomo di Dio” che impedisca ai parroci di polverizzare le parrocchie, di stare nella stessa parrocchia per più di 50 anni conquistando il primato di prete più inamovibile della Diocesi di Noto, servirebbe un vescovo che chieda a qualche parroco come possa conciliare la misera pensione con i viaggi faraonici a Dubai e al Polo Nord, viaggi di gruppi ristretti, di fedelissimi, ben lontani dall’idea di comunità che il buon pastore dovrebbe servire.

    Servirebbe un Vescovo che chieda ad alcuni parroci perchè distruggere in maniera così feroce la pietà popolare, la devozione verso i santi e le feste che costellano l’anno liturgico o che chiedesse perchè nel gregge di dio alcuni poveri hanno più diritto di altri ad essere considerati.

    Più che un uomo di dio servirebbe un “Salvatore”, un uomo che togliesse dall’animo di alcuni parroci il fanatismo al concilio vaticano II che ha, e mi ripeto, polverizzato la fede della città di modica.

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