
Quando si parla di buoni pasto si fa riferimento a dei titoli di pagamento avente valore predeterminato consegnati dai datori di lavoro ai propri dipendenti come servizio sostitutivo della mensa. In parole povere, i datori di lavoro anziché offrire ai dipendenti la possibilità di consumare dei pasti all’interno della mensa (laddove non sia presente), elargisce dei buoni pasto da spendere nei vari supermercati che accettano questi mezzi di pagamento. In questo modo è possibile sopperire alle necessità giornaliere dei lavoratori.
Smart working e buoni pasto
Lo smart working è una modalità di lavoro agile, ciò significa che i dipendenti di una data azienda lavorano da remoto, o, come specifica la normativa, “senza vincoli spaziali”. Sebbene sia vero che negli anni scorsi le aziende preferivano avere i dipendenti in loco, dunque in ufficio, con la pandemia sempre più datori di lavoro hanno compreso le potenzialità del lavoro smart. A questo punto ci si potrebbe chiedere qual è il rapporto che intercorre tra i buoni pasto e lo smart working, ovvero se anche i suddetti lavoratori hanno il diritto di percepirli. Questi sono infatti correlati, in quanto le norme attualmente in vigore tutelano i lavoratori da remoto e prevedono le stesse condizioni di lavoro ed i medesimi diritti degli impiegati che lavorano in ufficio, e ciò fa comprendere che tali prescrizioni riguardino anche i benefit accessori come i buoni pasto.
I buoni pasto
Una delle problematiche principali che si pongono i datori di lavoro riguarda l’erogazione dei buoni pasto per i dipendenti in smart working. Come già anticipato, le norme che regolano lo smart working (nello specifico la legge 81/2017) stabiliscono che il trattamento del lavoratore in modalità agile non può essere inferiore a quello “complessivamente applicato”. Ciò significa che se i dipendenti in ufficio beneficiano, ad esempio, della mensa aziendale, il lavoratore agile dovrà beneficiare di un trattamento similare, come i buoni pasto che possono essere utilizzati anche per la spesa presso i supermercati convenzionati.
Tipi di buoni pasto
Esistono diverse tipologie di buoni pasto, generalmente si distinguono in buoni cartacei oppure elettronici. Quest’ultima modalità è la più indicata per consentire anche ai lavoratori in smart working la possibilità di utilizzare i buoni pasto in maniera più semplice. La card elettronica, come quella dei Buoni Pasto Pluxee, è una soluzione che permette di tenere i buoni pasto in una scheda, effettuare pagamenti mediante app dedicata e controllare il saldo e le operazioni. Infatti, a differenza di un buono pasto cartaceo, la card elettronica dei Buoni Pasto Pluxee permette una gestione rapida e smart e permette, inoltre, di accedere ad un network ancora più ampio di esercenti convenzionati. Anche per i datori di lavoro che si avvalgono di questo sistema la gestione delle ricariche e la fatturazione sono operazioni semplici, attraverso la piattaforma dedicata. Inoltre, i buoni pasto costituiscono anche un vantaggio fiscale, in quanto la legge di bilancio del 2020 ha abbassato la soglia di defiscalizzazione dei buoni cartacei a 4 euro ed alzato, invece, la quota non sottoposta a imposizione fiscale dei buoni digitali a 8 euro.