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Mali. Sahel: 132 morti dopo attacco in 3 diverse città

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Ormai le stragi sono all’ordine del giorno nel Sahel. Sono sempre loro, i terroristi privi di scrupoli di Al-Qaueda: Katiba Macina e suoi affiliati a causare stragi continue nel martoriato territorio centroafricano. L’ultima delle quali è avvenuta oggi in tre diverse città con un bilancio provvisorio di 132 decessi. Diallassagou, Dianweli, Deguessagou sono le tre città dell’area di Bandiagara, attaccate contemporaneamente dai miliziani di Amadou Kouffa, nele quali hanno giustiziato principalmente uomini, dato fuoco a case, fienili e veicoli, facendo fuggire il resto della popolazione verso Bankass, distante 40 chilometri. Secondo la dichiarazione del governo, “il numero di cadaveri civili è destinato a salire. Persone uccisde a freddo dai terroristi islamici, molti dei quali sono stati formalmente identificati come tali”. La stessa nota assicura che “verranno prese tutte le misure necessarie per assicurare alla giustizia gli autori degli eccidi”. L’area di Bandiagara, vicino al confine con il Burkina Faso, le violenze di questo tipo sono diventate routine, fin da quando il fulcro dell’insurrezione che il Mali ha subito dal 2012, si è spostato al centro del Paese. La Missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione del Mali (Minusma) ha manifestato la sua preoccupazione e ha offerto alle autorità locali, sia civili che militari, l’invio di una missione internazionale per proteggere i cittadini e stabilizzare quest’area.  I paesi della regione del Sahel (Senegal, Mali, Burkina Faso, Niger, Nigeria, Ciad, Sudan, Eritrea ed Etiopia) vivono purtroppo una situazione di perenne difficoltà economica e di insicurezza aggravata dalla presenza di forze di occupazione straniere provenienti da ex potenze coloniali in Europa.

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