L’esclusione dei laureati in economia dalla platea dei possibili partecipanti ai concorsi per diventare giudice tributario di “professione” costituisce una “discriminazione e “suscita forti perplessità”. E’ quanto denuncia l’Associazione nazionale commercialisti che critica il disegno di legge di riforma della giustizia tributaria in fase di approvazione da parte del Consiglio dei ministri. La bozza del provvedimento prevede, tra le altre cose, l’introduzione dei magistrati tributari a tempo pieno, da selezionare attraverso concorso pubblico. Con la bozza, definiti i requisiti per potere partecipare al concorso. In particolare, si stabilisce che “al concorso per esami sono ammessi i laureati in possesso del diploma di laurea in giurisprudenza conseguito al termine di un corso universitario di durata non inferiore a quattro anni”. “L’esclusione dalla possibilità di accesso anche a coloro che sono in possesso di diploma di laurea specifica in materia tributaria – commenta il presidente di Anc Ragusa, Rosa Anna Paolino, riprendendo le critiche già manifestate dall’associazione a livello nazionale – suscita molte perplessità, in quanto in un ambito tanto delicato e specialistico come il processo tributario, non è pensabile che l’organo giudicante non abbia conoscenze specifiche in tema fiscale, contabile, aziendale. È questa un’evidente discriminazione nei confronti di un’ampia platea di professionisti ma anche una palese contraddizione con quello che dovrebbe essere un principio cardine della riforma, ovvero l’elevata professionalità e specializzazione in materia tributaria da parte dei giudici tributaria”. “Così come è strutturata la riforma rischia di mancare uno degli obiettivi fondamentali – prosegue Paolino – vale a dire dotare di professionalità contabile fiscale i giudici che si troveranno a dirimere contenziosi in cui la conoscenza contabile fiscale ha una elevata percentuale di predominanza. La magistratura tributaria, infatti, nella legge delega per la riforma tributaria in approvazione, assurge ad un’elevata connotazione professionale che, gioco forza, deve distinguersi dalle altre magistrature e deve avere una particolare competenza delle materie trattate, stante il forte impatto sul tessuto economico nazionale”.
- 10 Novembre 2024 -