
Il Fronte Polisario, guidato da Brahim Ghali presidente della Repubblica Araba Democratica Saharawi, ha deciso dopo 37 anni di sospendere i rapporti diplomatici con l’attuale governo spagnolo dopo la dichiarazione congiunta tra Madrid e Rabat di normalizzare le loro relazioni a scapito del suo popolo. Sulla questione il Fronte ha affermato che le risoluzioni di legittimità Internazionale riconoscono il diritto del popolo Saharawi all’autodeterminazione e al rispetto dei suoi confini. Il comunicato odierno firmato Bir Lehlu (Sahara occidentale), si basa sulla decisione presa dal governo di Pedro Sánchez, circa la “proposta illegale dell’ occupante Marocco che cerca di legittimare l’annessione dei territori del Sahara occidentale con la forza e ignorando il diritto inalienabile del popolo Saharawi all’indipendenza”. Infatti, giovedì scorso, Spagna e Marocco, a sorpresa, hanno dato vita a un nuovo corso nei loro rapporti con l’incontro di Rabat tra il re Mohamed VI e Pedro Sánchez, incontro avvenuto dopo che la Spagna ha cambiato posizione approvando la proposta del Marocco che l’ex colonia del Sahara occidentale sarà a tutti gli effetti una regione autonoma all’interno dello stato nord africano del Marocco. Il Fronte Polisario ha replicato affermando che lo Stato spagnolo si è assunto una grande responsabilità nei confronti della Repubblica Araba Saharawi e davanti alle Nazioni Unite, in qualità di potere amministrante del territorio. Il delegato del Fronte Polisario in Spagna, Abdullah Arabi, già lunedì scorso aveva accusato il governo di Pedro Sánchez di essersi piegato a uno stato invasore e aggressore come il Marocco, dopo che “La Moncloa” ha approvato la proposta di autonomia del Marocco per il Sahara occidentale. Arabi ha criticato il fatto che Madrid ha appoggiato “l’opzione unilaterale presentata dagli invasori” affermando che risponde a una politica di manipolazione e ricatto utilizzata dal Marocco per influenzare le relazioni bilaterali tra le due nazioni. Ha sottolineato che “la questione del Sahara continua ad essere una questione di decolonizzazione e deve essere risolta attraverso il libero esercizio e la trasparenza del popolo Saharawi, che deve decidere, e non della Spagna o di chiunque altro per suo conto. Anche L’ONU il mese scorso, attraverso il portavoce delle Nazione Unite, Stéphane Dujarric, aveva invitato tutte le parti a sostenere gli sforzi dell’inviato speciale per il Sahara, Staffan de Mistura, per cercare di riprendere il processo negoziale tra le parti in conflitto. Dujarric aveva affermato che l’inviato delle Nazioni Unite è in contatto con tutti coloro che sono interessati a porre fine al conflitto nel Sahara occidentale. La dichiarazione odierna fatta della Spagna non è stata accettata dall’Algeria, dai rappresentanti della Repubblica Saharawi, nonché dalle Nazioni Unite.