“Rispetto all’impegno di avviare entro fine mese il tavolo di crisi per affrontare, tra le tante criticità che permeano la quotidianità della bonifica siciliana, anche quella, molto grave, che interessa il Consorzio di Bonifica di Ragusa, deprivato dal contributo lavorativo di quasi 80 unità, ossia degli unici operai non stagionali che hanno permesso all’ente consortile di fornire servizi che rientrano tra le prime necessità del territorio ragusano, qualcuno non ha mantenuto la promessa, quella di avviarlo entro il 28 febbraio scorso. Siamo alle solite manfrine e ai soliti giochetti politici che forse è eccessivo definire tali. Siamo al cospetto di comparsate regionali per discettare del niente e col solo scopo di far apparire assunzione di impegni che sono solo apparenze appunto”.
Salvatore Terranova, Segretario generale Flai Cgil Ragusa, torna sulla vicenda dell’ente consortile dopo un mese dalle sentenze della Cassazione, prendendo atto che fino ad oggi “abbiamo assistito a chiacchiere da parte della politica e passarelle più o meno vuote di contenuto. Ed infatti non è emerso dalle riunioni istituzionali fatte alcun itinerario tecnico per costruire la ricollocazione, anche graduale, dei licenziati”.
“La Regione – dice ancora – promulga norme che non finanzia. Anzi le approva e le pubblica sprovviste di coperture finanziare. È il caso reale degli artt. 60 e 61 contenuti nella finanziaria 2021. Norme concernenti i lavoratori dei consorzi, attualmente vigenti, ma è come se non ci fossero, perché inapplicabili a motivo del fatto che non hanno le necessarie poste finanziare nel bilancio della Regione.
Ci sono voluti due sedute della Commissione Attività Produttive per arrivare alla consapevolezza che quelle norme non avevano copertura? Non occorrevano riunioni di tal fatta: eravamo tutti consapevoli del fatto evidenziato.
Ciò che ci amareggia è che la Flai ha chiesto alla Deputazione regionale del nostro territorio, in particolare a quelli di maggioranza, di farsi promotori dell’attivazione del richiesto tavolo di crisi e loro ne hanno assunto l’impegno.
Oltre alle sedute della III Commissione regionale, in queste settimane abbiamo interloquito con l’onorevole Assenza, che ci ha rassicurato che a breve il tavolo sarà avviato, informandoci che il ritardo è stato determinato dalla indisponibilità per malattia di alcuni componenti della politica regionale.
Per chi lo avesse già dimenticato, ricordiamo che abbiamo chiesto, con apposita richiesta formale, che il tavolo di crisi venisse attivato in presenza del Presidente della Regione, dell’Assessore al Bilancio, di quello dell’Agricoltura e della Funzione Pubblica e dei Dirigenti dei rispettivi Dipartimenti interessati.
E lo abbiamo inteso e chiesto secondo tale composizione politico-amministrativa perché pensiamo che sia possibile, a norme invariate e alle condizioni attuali, poter costruire un percorso sapiente di ricollocamento lavorativo senza aspettare i tempi nibelungici della approvazione della nuova finanziaria. Aspettarne l’approvazione significherebbe affrontare la problematica tra maggio e giugno, con il rischio di far precipitare tutto e lasciarla irrisolta come presumiamo avverrà. Aspettare la nuova finanziaria per noi equivalente a non voler dare risposta alla crisi occupazionale che attanaglia questi lavoratori licenziati.
Siccome non ci va di menare il cane per l’aia, attività non molto arricchente per noi, ma galvanizzante per alcuni – conclude Terranova – ribadiamo con forza che a Ragusa sia percorribile, senza altro contributo o comunque con un contributo minimo, mettere su un itinerario tecnico-amministrativo per recuperare, e da subito, questi lavoratori, utili al territorio, ai produttori e all’agricoltura.
Aspettiamo sino alla prossima settimana o meglio aspettiamo fiduciosi”.