La Cina ha deciso di imporre sanzioni contro due compagnie militari statunitensi, rispettivamente Lockheed Martin e Raytheon Technologies, che, secondo Pechino, sono coinvolte nella fornitura di armi alla provincia ritenuta ribelle di Taiwan, contrariamente agli accordi firmati tra i due Paesi. Lo ha riferito il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin,, il quale ha affermato che la decisione è arrivata “al fine di tutelare la sovranità e gli interessi di sicurezza della Cina” ha detto. Una dura risposta di Pechino alla mossa dell’amministrazione statunitense, che ha approvato un accordo da 100 milioni di dollari con Taiwan per la manutenzione dei sistemi missilistici Patriot. Wang ha inoltre affermato: “La Cina chiede ancora una volta al governo degli Stati Uniti di rispettare il principio della Cina unica e le disposizioni dei tre comunicati congiunti USA-Cina e di porre fine alla vendita di armi a Taipei e a qualsiasi contatto tra l’esercito americano e Taiwan. E’ evidente che la Cina adotterà d’ora in avanti tutte le misure necessarie a difendere la propria sovranità e interessi di sicurezza in conformità all’evolversi della situazione”. Già nell’ottobre 2020 la Cina aveva imposto sanzioni, per gli stessi motivi alle compagnie militari statunitensi.
In breve:
Taiwan divenne colonia del Giappone nel 1895 e per i successivi 50 anni fu governata dall’amministrazione coloniale giapponese. Dopo la sconfitta subita dal Giappone nel 1945 nella seconda guerra mondiale, fu reintegrata nella Repubblica popolare cinese. I legami tra Pechino e Taipei furono interrotti nel 1949 dopo che le forze del partito nazionalista Kuomintang, guidato da Chiang Kai-shek, subirono una dura sconfitta nella guerra civile contro il Partito Comunista Cinese e si trasferirono a Taiwan.