Il Perù ha multato la transnazionale petrolifera Repsol per quasi 122mila dollari dopo che la compagnia non è riuscita a identificare tutte le aree colpite dallo sversamento di migliaia di barili di greggio nelle acque del Pacifico che hanno ucciso più di 1200 tra uccelli e altre specie marine. Ma altre misure potranno essere applicare almeno fino a quando la società energetica non avrà rispettato l’impegno della identificazione di tutte le aree contaminate. Il ministro dell’Ambiente, Modesto Montoya, ha sottolineato che la pulizia delle coste interessate dalla fuoriuscita di petrolio è ” in stato avanzato”, anche se ha espresso preoccupazione in quanto ritiene siano stata fatta in maniera superficiale. Inoltre il ministro ha evidenziato come la Repsol stia tuttora cercando di ignorare le proprie responsabilità in questo disastro ecologico. “Sulle isole che abbiamo visitato notiamo ancora molta schiuma tossica che l’azienda spagnola con mille pretesti, per il momento sta ignorando di bonificare. La multinazionale spagnola – ha aggiunto il ministro – è responsabile dello sversamento di circa 12mila barili di greggio nel mare di Ventanilla”. Attraverso una dichiarazione del 7 febbraio scorso, l’azienda spagnola aveva annunciato di “aver iniziato a ritirare attrezzature, navi, macchinari pesanti e barriere di contenimento in aree in cui non sono più ritenute necessarie”. Preliminarmente le autorità peruviane avevano identificato il 15 gennaio scorso, dopo lo sversamento del greggio in mare, che l’area interessata copriva poco più di 113 chilometri quadrati di costa, un territorio più grande dell’agglomerato urbano di Parigi, che ha interessato 21 spiagge, causato notevoli danni ambientali, la morte di migliaia di specie marine, oltre a danneggiare gravemente i pescatori della zona.
- 9 Dicembre 2024 -