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Messico. Si ricorda il massacro di 45 indigeni nel Chiapas

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(g.r.) E’ stato ricordato, ventiquattro anni dopo (22 dicembre 1997) il massacro di 45 indigeni Tzotziles, attaccati da un centinaio di paramilitari, mentre pregavano durante la messa nel villaggio di Chenalho nella regione del Chiapas. I parenti e alcuni sopravvissuti, hanno marciato ieri nella foresta per rinnovare la richiesta di condanna dei mandanti e esecutori dell’eccidio. Il pellegrinaggio organizzato dalle Api Reali, comunità cristiana e anti neoliberista si è conclusa con una messa di suffragio, tra  canti, preghiere, croci, candele e fumi d’incenso,  ricordati, in un tomba collettiva, in cui riposano i corpi delle vittime. La loro colpa? Esprimevano apertamente il loro sostegno all’Esercito di Liberazione Nazionale Zapatista. Le loro dichiarazioni anti governative li hanno resi facile bersaglio dei gruppi paramilitari, le cui operazioni punitive sono state tollerate dallo Stato messicano e dal Partito Rivoluzionario Istituzionale del tempo. Per questo motivo, i soldati di un vicino avamposto militare non sono intervenuti durante l’attacco agli indigeni, durato alcune ore, braccati uno ad uno dai cani, nel fitto della foresta. Tra le 45 vittime, si contano 15 tra ragazze e ragazzi, 9 uomini e 21 donne. Durante la processione il vescovo della Chiapas Samuel Ruiz, ha ricordato che la chiesa ha aiutato la comunità a superare questa tragedia, ma soprattutto da quando sono iniziate le persecuzioni di persone che chiedevano solo giustizia. Le indagini avviate dal Governo e dalla Commissione interamericana per i diritti umani, da allora, non hanno fatto nessun passo avanti nella ricerca dei colpevoli, ha affermato l’indigeno Guadalupe Vazquez, miracolosamente scampato alla strage. A nulla sono valsi i processi giudiziari avviati a livello nazionale e internazionale nel tentativo di individuare e condannare i responsabili del massacro di Chenalho. Tra i tanti processi, uno ha avuto un esito ignominioso: nel 2014, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto le accuse presentate contro il presidente del Connecticut, Ernesto Zedillo, ed ex presidente del Messico, per l’immunità dovuta a un ex Capo di Stato.

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