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Modica. Palazzo della Cultura: soldi e bellezza

Tempo di lettura: 2 minuti

Perché, ci si chiede, il Comune di Modica non dovrebbe cercare di ottenere dalle sue proprietà il massimo reddito possibile? 

L’interrogativo appare in tutta la sua importanza solo che si rifletta sulla destinazione dei bassi del Palazzo della cultura dove, escluso quello destinato all’ufficio elettorale, l’ingresso della Società operaia e l’ufficio turistico si è in presenza di saracinesche e porte quasi costantemente chiuse, male utilizzate e che rendono brutta la facciata del Palazzo della cultura e la parte del Corso in cui insistono.
Stiamo parlando di locali assegnati ad associazioni culturali che potrebbero essere affittate, a prezzo di mercato, per attività commerciale con un duplice risultato: ricavare un reddito per le casse comunali e rendere più animato e più bello, grazie alle vetrine che tali esercizi appronterebbero, questo angolo di corso Umberto che è divenuto il cuore del salotto di Modica, grazie alla continua chiusura al traffico veicolare ed al recente allargamento del marciapiede.
Quale imprenditore rinuncerebbe mai ad un reddito di questo genere se è vero che, tra l’altro, tale soluzione non imporrebbe di sacrificare le esigenze delle associazioni culturali che adesso occupano tali locali quasi permanentemente chiuse potendo assegnare, vista la dimensione quantitativa della loro attività, uno dei locali a tutte le associazioni con un telefono comune, solo in ricezione, un armadio per ogni associazione e con un arredo ed apparecchiature necessarie per un utilizzo comune. Non vediamo difficoltà perché tali associazioni condividano i 30 giorni mensili per pianificare la loro attività. Qualora non fossero capaci di programmare fra loro gli eventi di ciascuna associazione crediamo che non meriterebbero neanche di avere assegnato il locale.

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8 commenti su “Modica. Palazzo della Cultura: soldi e bellezza”

  1. Certo che… il suo silenzio potrebbe far emergere un suo coinvolgimento nellla maldestra operazione.

  2. Fino a qualche anno fa questi locali non erano conformi alle leggi per poterli destinare ad eventuali affitti di esercizi commerciali o artigianali per svolgere un’attività seria e continuativa. Poi c’erano le scelte a chi dovessero destinare tali locali per non creare diciamo discriminanze tra i vari richiedenti e quindi creare situazioni imbarazzanti o aspre polemiche. Non avevano i requisiti igienico sanitari e per questo si potevano dare in comodato d’uso solo per sporadici eventi o manifestazioni.
    Oggi se sono stati resi agibili per svolgere attività commerciali non saprei, sta di fatto che in effetti non è bello vedere queste serrande chiuse perennemente!

  3. Hanno sostituito la toppa delle porte di accesso per non permettere la frequentazione ai soci di alcune associazioni.
    Personalmente ritengo che sono maturati dei reati da parte di dipendenti comunali.
    È in atto un azione illecita da soggetti prossimi all’attuale amministrazione .

  4. Che fine ha fatto l’U.N.U.C.I.? C’è un presidente? Che fine hanno fatto gli arredi e i documenti conservati in quella sede?
    Ci sono ancora soci o sono tutti defunti?

  5. @ Paolo Oddo :
    Nel mio prima commento ( censurato , non ne ho compreso i motivi.. ) chiedevo all’autore dell’articolo delucidazioni in merito..
    Tonino Spinello, ha riportato Verità.
    Vorremmo capire cosa sta accadendo, e quali interessi si celano dietro?
    Qualcuno dell’amministrazione potrebbe spiegarci che sta accadendo?

  6. Si capisce e non si capisce

    “Stiamo parlando di locali assegnati ad associazioni culturali che potrebbero essere affittate,…” . Dove si vuole parare?
    Le associazioni culturali non devono esistere?
    Un locale deve essere condiviso con più associazioni e magari con qualche partito o movimento che sia?
    A provare a non pensar male pare uno scritto per aggrazziarsi qualcuno oppure per attaccare qualcun’altro. Forse non ho capito nulla!!!

  7. @ Si capisce….:
    È palese, “qualcuno” sta cercando di appropriarsi di locali che da decenni sono stati a disposizione per attività diverse da quelle commerciali.
    E sta attuando manovre subdole per riuscire nell’intento illecito.
    Tutto questo con il bene placido dell’amministrazione corrente.
    Aspettiamo chiarimenti da sindaco e assessori.

  8. Rispondo un po’ a tutti, ovviamente a chi vuole interloquire. Chi ha letto la mia lunga militanza dentro Dialogo, sa che questa mia posizione del “Comune imprenditore” è stata una mia posizione da sempre e proprio questa proposta l’avanzai in un intervento in consiglio comunale.
    Io pur essendo di destra non credo ai complotti pluto massonici, ovviamente ognuno è libero di alimentare le proprie fantasie come vuole.
    Io vedo solo la possibilità di utilizzare le risorse comunali perché la Comunità modicana veda entrare nelle proprie casse qualche soldo ed aggiungo che tale politica la estenderei a tutti gli edifici comunali che insistono nel centro storico, palazzo Campailla compreso.
    Trasferirei l’anagrafe e l’ufficio elettorale in altro posto, magari dove è facile parcheggiare.
    Questa proposta non penalizza affatto l’attività culturale delle varie associazioni che in funzione della loro attività culturale vedrebbero soddisfare lee loro necessità dividendosi il tempo di disponibilità di un locale e non essere assegnatari esclusivo di un locale da tenere costantemente chiuso. Sarebbe uno spreco.
    A tutto questo si potrebbe aggiungere la istituzione del Centro servizi culturali che con Piero Vernuccio avevamo già avviato, come richiesta, e sul quale sto lavorando e magari restaurare i locali già Movimento sociale Italiano e l’intero cortile interno del Palazzo della cultura; stanza, quella ex MSI, ampia dove tutti potrebbero fare conferenze considerato che la conferenza o nel cortile o nella stanza che insiste sul corso dovrebbe essere uguale.
    Affitto come i contratti privati con forti penalità e prezzi rigorosamente di mercato.
    Per vedere quanto è impossibile far convivere in un solo locale, ben attrezzato a cura del Comune, più Associazioni culturali si pregano i dissenzienti di farmi avere la cronologia di tutti gli eventi culturali organizzati nei locali in argomento, ma anche quale vita sociale in essi si è svolta.

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