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Fondi Pnrr e Mise. Disponibilità economiche per l’area iblea

Carasi(Ust Cisl):" Occorre orientare gli investimenti"
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“Anche in provincia di Ragusa tiene banco il tema delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza oltre che del Mise. Si cominciano a riunire i tavoli per discutere in che modo orientare la spesa. Noi continuiamo a chiedere una cabina di regia unica per avere una visione complessiva sulle opportunità che ci sono e sulle modalità di attuazione degli investimenti”.
E’ quanto sottolinea la segretaria generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, ricollegandosi anche al dibattito che in sede sindacale ha preso il via a livello regionale sul Pnrr e sulla scorta del quale viene evidenziato come manchino commissari e piani. “E’ stato formalmente chiesto al ministro Giovannini – sottolinea Carasi – lo snellimento delle procedure considerato che il Piano nazionale di ripresa e resilienza destina al completamento di opere esistenti del Sud il 49 per cento delle risorse complessive. Occorre, però, saper spendere bene i soldi. E per questo motivo è indispensabile organizzarsi in maniera strutturale, così come è stato fatto in passato con i fondi ex Insicem. Ma avendo la consapevolezza che, questa volta, le risorse a disposizione saranno molto di più. E, in ogni caso, abbiamo già avuto modo di appurare che i problemi vanno cercati su altri fronti non certo su quello delle disponibilità economiche. Non dimenticando che tutti i progetti devono essere realizzati entro il 2026. E tra traguardi fissati e tappe intermedie da centrare, non è che ci sia così tanto tempo. Ecco perché, tra l’altro, come Cisl sottolineiamo la necessità di avviare percorsi specifici come quelli contrassegnati dalle Zone economiche speciali che, pure per la provincia di Ragusa, rappresentano una straordinaria opportunità in termini di attrazione di investimenti. Ma ancora i commissari non arrivano né ci sono piani di organizzazione e sviluppo. Ecco perché la creazione di un organismo in grado di orientare i percorsi dovrà mettere le istituzioni e le parti sociali nella condizione di condividere strategie e priorità”.

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