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Confcommercio Ragusa. “Pratiche commerciali sleali nell’agroalimentare”

“L’attuazione della direttiva non deve tradursi in condizioni di favore per nessuna delle imprese che compongono la filiera”
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“L’attuazione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali nell’agroalimentare non deve tradursi in condizioni di favore per nessuna delle imprese che compongono la filiera”. Lo sottolinea Confcommercio provinciale Ragusa riprendendo la linea che, a livello nazionale, è stata dettata da ConfAli–Alimentare insieme, guidata da Donatella Prampolini, vicepresidente nazionale di Confcommercio, dopo un’audizione presso le commissioni riunite Attività produttive e Agricoltura della Camera sull’atto del governo 280 contenente lo schema del provvedimento che recepirà in Italia la direttiva europea.
“Come Confcommercio Ragusa, essendo una questione che riguarda da vicino anche la nostra realtà, alla luce della presenza di numerose attività operanti in questo ambito – sottolinea il presidente provinciale Gianluca Manenti – abbiamo tenuto a sottolineare che le nuove regole dovrebbero essere applicate solo ai rapporti contrattuali asimmetrici, escludendo le imprese acquirenti con fatturato inferiore ai 2 milioni di euro. E che l’introduzione di una durata minima di dodici mesi dei contratti, non prevista dalla direttiva, rischia di irrigidire i rapporti tra acquirenti e fornitori. Invece della forma scritta è sbagliato, poi, non mantenere le forme più flessibili attualmente in uso, così come andrebbero previste modalità più flessibili per ripartire oneri e costi che nascono dal deterioramento dei prodotti, soprattutto quelli innovativi”. La rappresentante della confederazione ha infine evidenziato la necessità di fissare un limite minimo e massimo per le sanzioni, mantenendo comunque la soglia massima del 3% di fatturato per ogni violazione.

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