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Ragusa. Intitolare due strade a Salvatore Carnevale e Placido Rizzotto

Cgil. Encomiabile iniziativa del Comune di Ragusa
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Il Comune di Ragusa ha deciso di intitolare due strade a due figure storiche del movimento sindacale siciliano, Salvatore Carnevale e Placido Rizzotto, vittime della violenza mafiosa.
Una iniziativa encomiabile nata su proposta di Lorenzo Migliore, figura storica del Partito Socialista, accolta dall’Amministrazione Comunale che attraverso questa scelta contribuisce al lavoro di ricostruzione della memoria collettiva, e quel tratto identitario del popolo siciliano che si è battuto per la difesa dei diritti della masse sfruttate.
Esempi di lotta contro il connubio fra mafie e potere in Sicilia, afferma il Segretario Generale della Cgil di Ragusa Giuseppe Scifo, che hanno fortemente contribuito alla crescita e al rafforzamento della democrazia rendendo giorno dopo giorno sempre più concreta la Costituzione conquistata dopo la sconfitta del fascismo.

Salvatore Carnevale, bracciante e sindacalista socialista di Sciara (PA) venne assassinato a colpi di lupara a 31 anni, all’alba del 16 maggio 1955, mentre si recava a lavorare in una cava di pietra. I killer lo uccisero mentre percorreva una mulattiera nelle campagne della provincia palermitana. Salvatore Carnevale aveva dato molto fastidio ai proprietari terrieri per difendere i diritti dei braccianti agricoli: era infatti molto attivo politicamente nel sindacato e nel movimento contadino. Nel 1951 aveva fondato la sezione del Partito Socialista Italiano di Sciara ed aveva organizzato la Camera del lavoro.
Placido Rizzotto nacque a Corleone il 2 gennaio 2010, primo di sette figli, perse la madre quando era ancora bambino. Durante la seconda guerra mondiale prestò servizio nel Regio Esercito sui monti della Carnia, in Friuli Venezia Giulia, con il grado di caporale prima, di caporal maggiore poi e infine di sergente. Dopo l’armistizio dell’8 settembre si unì ai partigiani delle Brigate Garibaldi come militante socialista. Rientrato a Corleone al termine della guerra, iniziò la sua attività politica e sindacale.
Ricoprì l’incarico di presidente dei reduci e combattenti dell’ANPI di Palermo e quello di segretario della Camera del lavoro di Corleone. Fu esponente di spicco del Partito Socialista Italiano e della CGIL. Venne rapito nella serata del 10 marzo 1948, mentre andava da alcuni compagni di partito, e ucciso dalla mafia per il suo impegno a favore del movimento contadino per l’occupazione delle terre.

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