
Il Venezuela, celebra oggi, 21 giugno, La Giornata dei Martiri, in onore della figura di Fabricio Ojeda, leader della rivolta popolare del 23 gennaio 1958 in cui è stata rovesciata la dittatura del generale Marcos Pérez Jiménez. Questa data è stata scelta perché era il giorno in cui Ojeda fu assassinato in misteriose circostanze nelle segrete dell’Armed Forces Intelligence Service nel 1966. Al tempo della dittatura, presiedeva il Consiglio Patriottico che avrebbe poi combattuto contro il regime. La sua figura fu sinonimo di lotta e rivoluzione per il popolo venezuelano. Fabricio Ojeda era nato il 6 febbraio 1929 a Boconó, nello stato di Trujillo. Dall’età di 17 anni iniziò l’attività politica, iscrivendosi nel 1949 al Partito Repubblicano dell’Unione Democratica fino al 1962, anno in cui si dimise pubblicamente, optando per la lotta armata come via per la conquista della liberazione nazionale. Nel 1955 iniziò i suoi studi di giornalismo presso l’Università Centrale del Venezuela. Più tardi nel 1956 iniziò a lavorare al quotidiano El Nacional. Dopo la caduta della dittatura, nel dicembre 1958, Fabricio Ojeda fu eletto deputato del Congresso Nazionale. Ojeda fu arrestato dall’esercito il 12 ottobre 1962 e condannato dal Consiglio di guerra a 18 anni e otto mesi di carcere. Il 15 settembre 1963 riuscì a fuggire dal carcere di Trujillo, insieme a un gruppo di compagni, riunendosi all’insurrezione armata, dove ottenne il grado di comandante del fronte José Antonio Páez e presidente del Fronte di liberazione nazionale (FLN) . Tre anni dopo, il 7 giugno 1966 fu catturato a La Guaira e il 21 giugno tolto di mezzo dalla SIFA. Dal 2017 le sue spoglie riposano nel Pantheon Nazionale a Caracas.