
Nonostante il vantaggio del candidato Pedro Castillo di Peru Libre nel conteggio dei voti, Keiko Fujimori insiste sulle accuse di frode elettorale. E’ trascorsa ormai una settimana, senza l’ufficializzazione di Castillo da parte delle autorità elettorali , come vincitore del ballottaggio del 6 giugno scorso, gettando il Paese nell’incertezza politica. L‘Ufficio nazionale dei processi elettorali (ONPE) ha elaborato il 100 per cento delle schede che danno in vantaggio il candidato marxista comunista di 70mila voti: Castillo 8.833.185 voti (50,14) contro 8.783.765 (49,86) della Fujimori. Dal canto suo la candidata di Forza Popolare, intende ribaltare l’esito del voto annullando centinaia di schede delle regioni andine che hanno votato a favore di Pedro Castillo, con argomenti la cui legittimità è stata messa in dubbio da analisti esterni. La Fujimori, infatti, non crede possibile che in alcune importanti città andine Castillo abbia ottenuto tra il 90 e il 95% dei voti totali. La Giuria delle elezioni nazionali (JNE) deve risolvere (con i tempi peruviani) le richieste avanzate dalla destra di Keiko Fujimori, l’ultima speranza per lei di invertire i risultati. Mentre il candidato di Peru Libre ha chiesto ai suoi sostenitori “pazienza” e “serenità”. Ha inoltre esortato “a non cadere nella provocazione, poiché siamo in un momento critico”. Anche la Missione di osservazione elettorale dell’Organizzazione degli Stati americani (OAS) nel suo rapporto avrebbe considerato il voto elettorale del 6 giugno, pulito e senza “gravi irregolarità”.