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Recovery plan. Risorsa ma potrebbe essere una beffa per il Sud

Ieri sera incontro organizzato da Novantasettecento Ragusa e da M24A
Tempo di lettura: 2 minuti

Un esempio vale più di mille parole sull’attuale gestione dei fondi per il Recovery plan. Il Centronord presenta 18 progetti per interventi in agricoltura, 42 il Sud. Di questi, 15 sono ritenuti ammissibili e finanziabili per il Centronord, 30 per il Sud. Come va a finire? Che quelli finanziati effettivamente al Centronord sono 15, 2 soltanto per il Sud. “Una discriminazione assoluta e ingiustificabile, in cui sono ignorati i tre criteri europei che dovrebbero rappresentare la base dell’utilizzo di questi fondi. E, però, purtroppo, ci confrontiamo con la solita storia. E cioè che ogni euro investito al Sud deve rimbalzare di una determinata percentuale al Nord. Così non potrà mai andare”. E’ il senso della denuncia fatta da Pino Aprile, scrittore, saggista nonché fondatore e presidente del Movimento 24 Agosto – Equità territoriale, nel corso dell’incontro on line promosso dalle associazioni M24A e Novantasettecento Ragusa per fare il punto sul “Recovery plan, una occasione straordinaria per il Sud e per la nostra città”. Ad introdurre i lavori, moderati da Giovanni Bartolotta di Novantasettecento, è stato il consigliere comunale Mario D’Asta che, oltre ad avere proposto l’iniziativa, ha sostenuto che “il Recovery plan è una risposta straordinaria dell’Europa a questo momento di crisi e che però non possiamo continuare a rimanere vittime di scelte sbagliate. I nostri politici locali sono chiamati a fornire delle risposte specifiche, creando quelle opportunità di sviluppo che tutti ci attendiamo. Peccato, però, che non sia stata colta la proposta da me lanciata di organizzare una seduta del Consiglio comunale sull’argomento per ascoltare dalla viva voce degli stakeholders territoriali come avrebbe dovuto essere orientato il Pnrr locale”. Sebastiano La Mesa, referente per Ragusa di M24A, ha sottolineato che “da quello che ci risulta il Piano nazionale di ripresa e resilienza è inadeguato alle varie esigenze e agli obiettivi strategici indicati dal Next generation Eu”. E’ intervenuta anche il vicesindaco di Ragusa, nonché assessore comunale allo Sviluppo economico, Giovanni Licitra, evidenziando come i termini per un intervento siano molto complessi in quanto si è ormai in dirittura d’arrivo, considerato che il piano, da presentare entro il 30 aprile, sarà chiuso dal Governo nazionale il 26, quindi lunedì prossimo. Franco Calderone, referente per la Sicilia di M24A, ha evidenziato che “dobbiamo stare tutti assieme, lottare per quelli che sono i nostri diritti, perché noi dobbiamo preservare il futuro dei nostri giovani e della nostra isola; dobbiamo essere persone di buona volontà capaci di metterci di traverso così come non abbiamo mai fatto visto che siamo stati soccombenti dinanzi alla politica del Partito unico del Nord che ha costantemente rapinato i nostri territori”. L’avvocato tributarista Francesco Del Stabile e l’esperto in pianificazione e gestione delle risorse Ue, Sebastiano Muglia, hanno invece centrato i loro interventi sugli aspetti procedurali e sugli interventi definiti dal piano. Pino Aprile ha concluso evidenziando che il timore reale è rappresentato dal fatto che “questi soldi del Recovery fund saranno restituiti in presenza di ritorni macroeconomici importanti. Insomma, c’è il rischio che per il Sud si prepari l’ennesima grande beffa”.

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