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Von der Leyen, in piedi! …l’opinione di Rita Faletti

Tempo di lettura: 3 minuti

Ha fatto scalpore il video che trasmette  l’immagine della presidente (in questo caso il femminile è d’obbligo) von der Leyen in piedi, ai margini  della sala in cui il premier turco Recep Tayyid Erdogan è seduto accanto al presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Von der Leyen fa un gesto di disappunto con la mano in attesa che le venga messo a disposizione un posto a sedere che non c’è. Ha fatto il giro del mondo quel video, accompagnato da commenti di indignazione dove il galateo viene ancora rispettato. Nell’America che riscrive la storia della cultura occidentale, Joe Biden e Kamala Harris devono essere saltati sulla sedia “Oh, my God!”. E quella simpatica “canaglia” di Trump cosa avrà pensato? Nei quattro anni di presidenza non ha mostrato particolare benevolenza nei confronti dell’Europa, anzi, il che fa  supporre che il video l’abbia divertito e… peccato non essere ancora alla Casa Bianca, si sarà detto, avrei potuto gelare tutti con un bel tweet “Hai avuto ciò che ti meriti, cara Europa!”. In realtà, Trump, che non è un raffinato, cosa talvolta non disdicevole, e guarda alla realtà con occhi disincantati, è forse uno di quei pochi occidentali che rivestono o hanno rivestito incarichi politici di rilievo, ad avere immediatamente sorvolato sul protocollo per puntare al cuore della sostanza. Nessun trasecolamento, nessun pallore sui volti dei Giovanni  Della Casa, nessuna ipocrisia di chi vorrebbe che l’umiliazione inflitta a una signora sia stata una svista dello staff turco, via ogni traccia della differenza tra uomo e donna nella cultura islamica, il significato, che non richiede un quid di perspicacia in più è scoperto: non venite a casa mia con la pretesa di farmi osservare le vostre regole, tenetevi le vostre teorie sul rispetto dei diritti umani, decido io se come e quando rispettarli.  E come ha detto qualcuno, se la forma è sostanza, la sostanza non ha bisogno di interpretazioni  suggestioni o arzigogoli.  Lasciando la signora von der Leyen in piedi per un po’ prima di invitarla a sedere sul divano destinato a funzionari di secondo livello, Erdogan ha inteso sottolineare che la Turchia non è disposta a uniformarsi alle norme dell’Europa. Sarebbe inconciliabile con il suo progetto di ricostruzione dell’impero ottomano. Quindi, l’Europa si tolga dalla testa di puntare i piedi. Si asterrà dal farlo. Ma quell’immagine così eloquente va incorniciata e messa in bella vista sulla scrivania per ricordare, ce ne fosse bisogno, con chi si ha a che fare. E se Ursula von der Leyen è stata offesa, Charles Michel non si illuda di aver fatto una figura migliore.  Non averle ceduto la propria sedia è stata un’asinata solenne e una vigliaccheria. A riprova che la forma è sostanza.

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3 commenti su “Von der Leyen, in piedi! …l’opinione di Rita Faletti”

  1. Tonino Spinello

    Allora ha capito come funziona!
    Quando ci si deve mettere in mostra a questi livelli, non c’è asinata o cafoneria o amicizia che tenga.
    Se davvero l’Europa fosse unita, allora avrebbero dovuto comportarsi alla Trump. Questo non è successo, e allora vuol dire che l’Europa dei sogni non esiste! E negli ultimi tempi sto notando che non è rispettata come una Grande Unione! Poi le religioni dividono sempre, a voler essere il migliore o il più giusto osservatore della propria fede.

  2. L’episodio di Ankara , alla corte del sultano, non è grave per motivi legati al rispetto o meno del protocollo, usato come alibi da Charles Michel per giustificare il fatto di non essersi alzato per cedere il posto alla signora von der Leyen. La gravità non ha riguardato solo la scelta precisa di Erdogan di umiliare la signora von der Leyen non avendo predisposto per lei una sedia accanto alla propria. La gravità è stata nella mancanza di reazione da parte di Charles Michel, rimasto seduto senza battere ciglio dimostrando così di sottostare alla volontà e ai metodi dell’ospite. E in quanto rappresentante di una delle cariche più alte dell’Unione europea, Michel ha anche e tristemente offerto l’immagine di una resa. La resa dell’Europa che non fa che sbandierare l’importanza del rispetto della dignità umana e dei valori di libertà e alla prova dei fatti se ne dimentica, inchinandosi a un dittatore, come giustamente Draghi ha definito il premier turco. Se Michel avesse avuto l’orgoglio e il coraggio di rappresentare l’Europa e la sua storia di strenua e sanguinosa lotta per la conquista della libertà contro il dispotismo, si sarebbe alzato o non si sarebbe affatto seduto prima che von der Leyen si fosse accomodata. Sarebbe stata una prova di sensibilità e buona educazione, ma, più importante, una difesa dei valori che il premier turco disprezza e calpesta nel proprio Paese. Una sfida al sultano e uno schiaffo ai suoi metodi. Ma temo che se al posto di Charles Michel ci fosse stato un altro la scena sarebbe stata la medesima.

  3. Tonino Spinello

    Certamente la medesima scena!
    Perchè il senso di Unione, o Nazione Europea di fatto non esiste e non la si sente come tale. L’Europa vorrebbe insegnare, vorrebbe educare, giudica, ma non ha nè insegnanti! nè educatori, nè gli equilibri per farlo. Solo banchieri e uomini d’affari! Molti Stati lo sanno e approfittano dell’occasione per risaltare questa insofferenza non curando quel minimo di rispetto per una Nazione, e per una Signora. Il sig. Michel da europeo sa come ci si comporta con le signore, e avrebbe dovuto fare il signore, non il cafone! Sono le piccole cose e i dettagli che fanno capire!

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