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Radiortm.it, il saluto del direttore uscente Domenico Pisana

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Sono molto lieto di lasciare a Giorgio Caruso la Direzione dell’emittente radiofonica e del quotidiano on line RTM. Avrei potuto continuare nell’incarico, ma ho preferito passare il testimone nell’ottica di un rilancio dell’emittente con forze nuove capaci di tenere il passo della costante evoluzione del mondo mass mediatico.
Ho incoraggiato e sostenuto la sua nomina pensata dall’amministrazione, atteso che conosco le sue qualità da lunga data, essendo stato mio alunno al Liceo Scientifico “Galilei” di Modica e per aver collaborato, sotto la mia Direzione, nella redazione RTM in vista della sua iscrizione all’Ordine dei Giornalisti.
In questi anni ho avuto modo di apprezzare il suo fattivo impegno, le sue capacità culturali, la sua sensibilità al dialogo e all’ascolto, l’onestà intellettuale nella lettura dei fatti e soprattutto quella dose necessaria di umiltà che ha caratterizzato la sua personalità. RTM, come lui stesso ha scritto nel suo saluto, è stata la tua casa ove si è formato come giornalista; ci ritorna ora da professionista e con un patrimonio di conoscenze, competenze e di esperienze maturate a Roma presso la Federazione Italiana Scherma.
Ringrazio i soci, gli amministratori e i componenti della redazione di ieri e di oggi che mi hanno voluto alla direzione di RTM e che mi hanno mostrato fiducia e stima per ben 36 anni ininterrotti, consentendomi di offrire un servizio giornalistico nelle sue varie articolazioni: politiche, sociali, economiche, imprenditoriali, culturali, sportive e religiose, articolazioni in buona parte confluite nel mio libro pubblicato nel 2010 “Modica in un trentennio. Percorsi di storia di una città in cammino 1980-2010.”
Credo, al di là della personale visione politica, di aver portato avanti una informazione intellettualmente onesta con tutti i sindaci che si sono succeduti nella città di Modica dal 1985 ad oggi: Saverio Terranova, Ignazio Agosta, Giovanni Frasca, Concetto Scivoletto, Giuseppe Drago, Giuseppe Terranova, Franco Di Martino, Riccardo Minardo, Carmelo Ruta, Biagio Floridia, Piero Torchi, Antonello Buscema e Ignazio Abbate.
Il decalogo che in questi lunghi anni ha guidato la mia visione giornalistica lo lascio al neo Direttore, che, se vorrà, pur nella libertà e nell’autonomia delle sue scelte, potrà tenere in considerazione, o integrare o cambiare.
In questi 36 anni di direzione mi sono sempre sforzato di ispirarmi a questi principi:
-evitare, nell’informazione, la ricerca ossessiva e la facile spettacolarizzazione protesa a far colpo nella pubblica opinione;
– non cedere alla tentazione e all’ansia dello “scoop”, ma approfondire i fatti, leggerli dal di dentro con il desiderio di servire la verità;
– non giustiziare immediatamente le persone “sbattendo il mostro in prima pagina” o, peggio ancora, anticipando verdetti di colpevolezza e di condanna;
– non nascondersi dietro “la teoria dell’indiscrezione” per violentare la vita privata delle persone;
– non strumentalizzare per fini ideologici la notizia né glissare su quelle scomode nascondendole;
– favorire l’autentico pluralismo, consentendo l’espressione dei vari punti di vista e la diversità delle opinioni e, soprattutto, dando voce a chi non ne ha;
– stimolare la politica e le Istituzioni alla chiarezza, alla trasparenza, alla assunzione delle proprie responsabilità, evitando una informazione funzionale allo svolgimento di un compito di “cassa di risonanza e di “portavoce” del potere, ed assumendo, invece, quello di interlocutore in nome della gente;
– comunicare sapendo distinguere ciò che viene dalle fonti da ciò che è opinione personale e commento dettato dalla contingenza storica;
– preferire la cultura del punto di vista con la consapevolezza che quanto si comunica è relativo, rispetto all’ostentazione di una “presunta obiettività” mascherata di faziosità;
– avere il coraggio e la prontezza di correggere una propria convinzione e di saper chiedere scusa qualora ci si dovesse accorgere di aver sbagliato e di aver fatto un torto alla verità.
Certo avrò anche commesso degli errori, ma quel che ho scritto l’ho sempre improntato al rispetto delle persone e dei lettori, al di là delle posizioni politiche e partitiche, e mai ho intrapreso campagne denigratorie verso qualcuno: osservazioni critiche sì, favorendo – come già detto – l’autentico pluralismo, consentendo l’espressione dei vari punti di vista e la diversità delle opinioni e, soprattutto, dando voce a chi non ne ha.
Desidero, in conclusione, ringraziare gli ascoltatori di RTM e i numerosi lettori del quotidiano on line radiortm.it, anche quelli i cui commenti non sono stati a volte pubblicati, non perché censurati ma perché penalmente lesivi della dignità delle persone.
Colgo infine l’occasione di questo mio saluto per dire che il mondo della comunicazione deve sforzarsi di essere veritiero, cercando – come direbbe il filosofo Spinoza – né di piangere né di ridere ma di “intelligere”, cioè leggere dentro la realtà e i fatti della società e della la storia per tentare di capirli.
Dire la verità, essere veraci significa dire le cose relativizzandole e mettendole nel giusto contesto, nella luce problematica che esse presentano, con la consapevolezza che occorre fare ammenda quando si esagera e si sbaglia.
Ogni forma di giornalismo consapevolmente mosso da intenti menzogneri, nel senso che assolutizza, riduce, deforma, nasconde , commenta faziosamente le cose da dire , rappresenta una violazione dell’etica professionale dell’operatore dell’informazione e un atto di lesione della dignità della persona e della qualità della vita sociale.
Certo, nessuno pensa che possa esistere una assoluta e piena obiettività, come pure non è da ritenersi illegittima la espressione e la difesa del proprio punto di vista interpretativo nell’atto della comunicazione giornalistica, tuttavia sarebbe ingiusto oltreché immorale operare un processo di stretta e surrettizia identificazione della notizia con il proprio punto di vista, perché in tal caso non si servirebbe la verità né si farebbero crescere le persone, ma si provocherebbe il plagio.
Il mondo della comunicazione serve la verità quando dimostra con i fatti che la verità implica il confronto con gli altri: nel dialogo si scopre progressivamente la verità. E, pertanto, inaccettabile una comunicazione usata come strumento di continua polemica o, peggio, come una clava per ridurre al silenzio l’avversario. Quando ci si accorge che in nome della verità si chiudono le porte del dialogo e si fa una informazione d’assalto, si può essere certi che si sta imboccando non la strada del servizio ma del disorientamento dell’opinione pubblica, e che si sta perseguendo qualche inconfessabile interesse.

Un caro saluto a quanti ascoltano RTM e leggono il quotidiano on line, buon lavoro a te, caro Giorgio, ed ad maiora semper.

Domenico Pisana
Modica, 8 febbraio 2021

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5 commenti su “Radiortm.it, il saluto del direttore uscente Domenico Pisana”

  1. Prof. Pisana,
    Le sue parole mi hanno colpito e profondamente commoso, è come se avesse letto nei miei pensieri. Dalle sue parole si evince una persona umile nonostante la sua alta intelliggenza culturale, che invece di guardare dall’alto in basso, cerca di capire le persone nel suo intimo. Il giornalismo dovrebbe essere quello da Lei descritto, e se anche le istituzioni e tutto il resto fossero come da Lei descritto, avremmo sicuramente un mondo migliore!
    Spero di leggerlo sempre anche se di lei oltre le perle di saggezza su Rtm ho solo un suo libro “modica nell’ultimo trentennio”.
    Tanti Auguri, e mi creda, era da molto tempo che qualcuno mi facesse commuovere!

  2. Complimenti sinceri prof Pisana, per il duro lavoro svolto nei 36 anni di direzione. Negli ultimi 7 anni RTM è cresciuta indubbiamente, grazie e soprattutto alla sua preziosa apertura alle diverse e contrastanti opinioni.

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