“C’è, purtroppo, una tendenza in atto a scrollarsi di dosso le incombenze della gestione del patrimonio e dei servizi culturali, se questo può essere considerato, ancorché non condiviso, per l’enorme patrimonio regionale, non è ammissibile nelle piccole realtà comunali dove si rischia di declassare la ricchezza del territorio affidandola in mani sbagliate”
Sono le riflessioni di Michele Tasca, segretario cittadino del Movimento politico Territorio, alla notizia che l’amministrazione comunale di Ragusa vorrebbe dare ‘in adozione’ il neonato Museo del Costume.
“Ancora prima di poter vedere gli effetti della creazione del Museo, i suoi riscontri in termini di critica, di pubblico, di consenso per l’iniziativa, ci si vuole scrollare dalle spalle la gestione, a meno che non ci siano precise strategie per andare a consegnare la struttura nelle mani dei soliti noti” afferma Tasca che aggiunge: ”Secondo me, prematuro pensare subito a migliorare e ottimizzare la fruibilità, senza che ci sia stato un avvio in tal senso, senza la possibilità di identificare strategie in assenza di dati comparabili.”
Il segretario di Territorio, riprendendo anche alcune considerazioni emerse in sede di Direttivo cittadino, si sofferma anche su un altro avviso dell’amministrazione concernente l’affidamento a privati dell’organizzazione di eventi espositivi al Centro Servizi Culturali e all’Auditorium San Vincenzo Ferreri: “Non condividiamo assolutamente anche questa scelta.
La città può godere di tante strutture realizzate con gradi risorse e grande impegno dalle passate amministrazioni, come è stato nel caso specifico della ex Chiesa di San Vincenzo Ferreri, obiettivo condiviso della riqualificazione era quello di riservare alla città e ai suoi esponenti di spicco nel settore culturale la fruibilità massima delle strutture, senza la mediazione del privato.
Inammissibile pensare che ci possano essere intermediari, con fini di lucro, per la fruizione di quello che è nostro, impensabile che, dopo tanti sforzi, il Museo del Costume possa diventare centrale di guadagno, di promozione della propria attività, ci sono certamente servizi del Comune che vanno esternalizzati, ma non certo tutto quanto attiene alla cultura che non è merce come le altre.
Progetti di questo genere possono essere valutabili solo se c’è un privato che, con un progetto di finanza, investe e valorizza i beni dei quali si deve occupare, beni sui quali il Comune ha investito milioni di euro e che non possono andare a finire nelle mani di chi deve guadagnare senza nulla investire”
Conclude Michele Tasca: “Come per altri aspetti delle politiche comunali di questa amministrazione, è di tutta evidenza il non voler coinvolgere tutte le componenti politiche e culturali della città, prima di decisioni di una certa valenza. È una strategia rischiosa quella del Sindaco di arroccarsi sulle sue scelte per questioni che attengono, in maniera particolare alla collettività: non sono i servizi idrici o cimiteriali, non è la gestione di un impianto sportivo, per i cui errori si può facilmente rimediare.
La cultura è un settore delicato, che non può essere schizzato da interessi economici o personalistici, serve la massima condivisione per un patrimonio comune al quale la collettività, a vario titolo, ha contribuito negli anni.”
- 8 Settembre 2024 -