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CGIL Ragusa. Post Covid e idee per la ripartenza

Dall’assemblea generale di Ragusa proposte per l’agenda nazionale
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La pandemia da Coronavirus sta determinando una crisi senza precedenti sul versante economico e sociale. Per affrontare e contrastare una fase straordinaria sono necessarie politiche coraggiose.
La crisi ci impone una rivoluzione delle priorità, un cambiamento collettivo che ponga al centro delle politiche la persona e i suoi bisogni primari.
La CGIL nazionale ha elaborato un documento che stabilisce quali sono gli interventi prioritari e al contempo strategici per la fuoriuscita dalla crisi a partire dall’impiego delle risorse provenienti dal piano europeo “Next Generation UE”.
Il documento della CGIL” Dall’emergenza al nuovo modello di sviluppo” affronta in modo articolato il tema delle politiche economiche, da mettere in campo già da subito, per interventi strutturali in grado da rendere concreto un cambiamento per il sistema Paese messo a dura prova dagli effetti della pandemia.
La CGIL di Ragusa il 18 gennaio ha tenuto la riunione dell’Assemblea Generale alla presenza di Rossana Dettori della Segreteria nazionale CGIL e Francesco Lucchesi della segreteria regionale per discutere l’agenda degli interventi da proporre al Governo nazionale.
La discussione si sviluppata attorno all’idea di mettere in relazione al confronto tra CGIL e Governo i temi che interessano il nostro territorio. Per la CGIL è fondamentale in questa ottica, e alla luce di quanto si è determinato con l’arrivo imprevisto della pandemia, riproporre una nuova centralità delle politiche pubbliche e del ruolo dello Stato nella definizione del modello di sviluppo per il futuro del Paese partendo da punti fondamentali quali la creazione di nuova e buona occupazione soprattutto per giovani e donne e la conversione ecologica del sistema produttivo ed energetico.
La CGIL propone l’istituzione di una agenzia pubblica per lo sviluppo a cui affidare il ruolo di direzione delle politiche industriali ed economiche per la crescita sostenibile ed inclusiva.
Una nuova centralità delle politiche pubbliche in grado di sostenere anche i processi territoriali attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale, artistico e ambientale, con particolare riferimento alle strategie di sviluppo nel Mezzogiorno dove occorre una forte accelerazione delle misure già previste dal Piano Strategico Nazionale del Turismo a partire dagli investimenti infrastrutturali e una politica di incentivazione della domanda interna ed estera.
Nel documento nazionale viene espressa la necessità di individuare poli turistici prioritari nel Mezzogiorno sui quali far convergere risorse per qualificare la ricettività e le infrastrutture. Per la CGIL di Ragusa l’inserimento del nostro territorio dentro questa agenda di priorità è un punto fondamentale per la ripartenza del nostro sistema promuovendo modelli sostenibili incentrati sulle identità territoriali, coniugando patrimonio culturale e paesaggistico (a partire dal mare) con le produzioni agroalimentari del territorio che già vanta l’esistenza di un paniere di prodotti di eccellenza certificati.
La crisi del coronavirus ha reso evidente l’importanza di rafforzare l’autonomia dell’Unione sul fronte della sicurezza alimentare. E’ quindi su questo obiettivo, oltre sulla sostenibilità del settore nel quadro del Green New Deal europeo, che si concentra la proposta della Commissione UE di un bilancio rafforzato per la Politica Agricola Comune (PAC) nel Recovery fund Next Generation EU e nel Quadro finanziario pluriennale 2021-2027.
Nel documento nazionale si chiede l’anticipazione dei fondi comunitari previsti in programma attraverso i quali progettare interventi economici per un cambiamento strutturale del nostro comparto agricolo guardando alle necessità, non più rimandabili, di riforma dei sistemi di filiera e di transizione ecologica. Siamo fortemente convinti che oggi è indispensabile guardare in avanti attraverso una visone programmatica in grado di progettare modelli alternativi e vincenti, superando le difficoltà di questo terribile momento, ma anche e soprattutto per superare le criticità cristallizzate da troppo tempo.
Sul versante delle politiche sociali occorre un cambiamento drastico di rotta sulla sanità ristabilendo la centralità del sistema pubblico nazionale.
La pandemia ha messo a nudo tutte le criticità di un modello sanitario inadeguato frutto di un forte ridimensionamento dovuto ai tagli che i diversi Governi, di diverso colore, hanno effettuato negli ultimi 20 anni. La pandemia ci ha dimostrato che serve una rete di servizi di medicina territoriale e di prestazioni domiciliari. Sono elementi evidenti dei quali occorre fare tesoro per un cambiamento che mette al centro la persona umana, e le comunità.
A questo si aggiunge la necessità di un riordino del sistema dei servizi sociali nei comuni e nei distretti sociosanitari, attraverso l’attuazione del Piano Nazionale per l’assistenza socio sanitari territoriale. Il sistema dell’istruzione e della formazione è infrastruttura di cittadinanza e democrazia oltre che strumento strategico per affrontare le sfide dello sviluppo del futuro.
Riteniamo che occorre fin da subito affrontare il tema del recupero dell’enorme buco formativo che si è determinato su tutti i livelli d’istruzione , a causa della discontinuità dovuta alla pandemia. Per la CGIL già a partire dai mesi estivi, bisogna realizzare progetti di contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica utilizzando i finanziamenti dedicati all’interno del Fondo per la
famiglia e le risorse del PON Scuola.
Il Piano strategico del Governo dovrà intervenire su alcune priorità; estendere il tempo pieno in modo strutturale a tutte le scuole primarie del Paese , ovvero un tempo scuola di 40 ore settimanali. L’investimento sul tempo pieno in tutte le scuole del Paese significa consentire a tutti i bambini, soprattutto che vivono al Sud, di godere maggiormente del proprio diritto all’istruzione, fornendo loro più opportunità educative, perché è nell’istruzione uno dei principali ambiti su cui si determinano in modo evidente le disuguaglianze territoriali.
Oggi in Italia due terzi delle ragazze e dei ragazzi che frequentano la scuola di base sono esclusi del tempo pieno e l’aspetto più grave è che questa riduzione d’orario è concentrata nelle regioni dove la dispersione scolastica arriva a percentuali spaventose che superano il 30 per cento.
Un bambino lombardo può contare su 40 ore di scuola settimanali, mentre in Sicilia il 92,8 per cento degli alunni deve accontentarsi di sole 27 ore, che in rari casi diventano 30.
La riqualificazione di persone giovani con il solo titolo di licenzia media attraverso la formazione professionale che consente l’acquisizione di conoscenze spendibili nel mercato del lavoro in relazione alle esigenze produttive del territorio, attraversato il riconoscimento di titoli ed attestazioni formative e professionali.
Infine i contenuti di questo documento devono servire fin da subito ad aprire un confronto tra la nostra organizzazione con le Istituzioni del territorio, le organizzazioni di categoria, il terzo settore e la società civile, in un’ottica di condivisione e confronto dal quale far scaturire il piano di ripresa e la dimensione futura del modello socio economico del territorio ragusano.

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