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“E’ fuori di dubbio che la qualità della vita delle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo già prima dello scoppio della pandemia non era soddisfacente. L’attuale sistema sconta non poche criticità e spesso sono le persone che devono adattarsi ai servizi, non – come dovrebbe essere – i servizi alle persone. Tali criticità sono letteralmente deflagrate con l’emergenza Covid, con gravissimo pregiudizio per la vita delle stesse persone con disabilità e per i loro familiari che si sono viste letteralmente abbandonate a loro stesse con i servizi improvvisamente sospesi, senza soluzioni alternative o compensative come le norme, ancorché emergenziali, avevano invece opportunamente sancito. Le criticità hanno visto nel sistema di residenzialità in determinate strutture la necessità di una profonda rivisitazione di tale sistema”. E’ quanto sottolinea il segretario dell’associazione Reset Vittoria dopo avere ricevuto numerose segnalazioni in proposito. “Nulla da eccepire, sia ben chiaro – aggiunge Mugnas – nei confronti degli operatori e di chi gestisce questi percorsi, che anzi cercano di profondere il massimo impegno. Ma occorre prendere atto che l’intero sistema deve essere ripensato verso una direzione che apporti profondi e radicali cambiamenti. E’ fin troppo evidente che tale cambiamento non potrà avvenire senza l’apporto significativo dell’intero terzo settore. La progettazione individualizzata dei sostegni ed il progetto personalizzato di vita rappresentano il livello essenziale di base su cui costruire un nuovo modello di welfare. Il tutto, naturalmente, deve essere fondato sulla centralità della persona, sulla migliore qualità di vita possibile a cui ognuno ha diritto grazie ad adeguati ed efficaci sostegni. Stiamo parlando di un compito certamente arduo e di non facile perseguimento, ma occorre continuare a proporre soluzioni innovative, mettendo in atto studi, ricerche e sperimentazioni, in collaborazione con gli enti e le istituzioni che, si spera, acquisiscano sempre più e rapidamente maggiore consapevolezza. Proprio per questo occorre che la politica sia capace, sino in fondo, di svolgere il proprio ruolo”.