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Reset Vittoria. Creare percorsi per rilanciare lo stile Liberty

Tempo di lettura: 2 minuti

“E’ necessario che Vittoria, anche sul piano culturale, si riorganizzi per il futuro. Ma le basi per creare un movimento di ampia portata, alla luce delle personalità di spessore di cui, per fortuna, la nostra città è dotata, devono potere essere gettate da subito. Anche Vittoria può ambire a sviluppare un percorso che, sul piano meramente culturale, ci consenta di diventare un’alternativa, in piccolo, al barocco del Val di Noto”. E’ quanto afferma il segretario dell’associazione politica Reset, Alessandro Mugnas, a proposito del rilancio delle peculiarità dello stile Liberty di cui Vittoria è particolarmente e naturalmente ricca anche grazie, soprattutto, all’influenza dell’architetto palermitano Ernesto Basile. “Tutti ammiriamo e apprezziamo – continua Mugnas – quegli edifici in stile Liberty presenti nella nostra città caratterizzati da balaustre decorate, portali con fregi dai motivi floreali, impreziositi di particolari dalle forme sinuose ed eleganti. Allo stesso tempo, negli ultimi tempi, abbiamo potuto verificare come alcuni comuni della nostra provincia abbiano costituito dei comitati culturali di cospicuo valore per partecipare alla candidatura di capitale della cultura. Al di là dell’esito più o meno favorevole di questo percorso, c’è, comunque, da sottolineare il fatto che è stato svolto un opportuno e consistente lavoro servito a garantire agli operatori culturali l’avvio di un percorso di confronto e di crescita su tematiche che meritano di essere sviluppate in chiave anche turistica. A Modica, poi, l’esperienza della Via delle Collegiate, con la partecipazione ai Luoghi del cuore Fai, è un altro esempio positivo che merita di potere trovare accoglimento anche alle nostre latitudini dove, come abbiamo visto per quanto riguarda specificamente il Liberty, non mancano le bellezze architettoniche da promuovere”. Mugnas prosegue affermando che “magari, in questi ultimi mesi, a causa delle condizioni legate all’emergenza sanitaria da un lato e alla situazione di straordinarietà nella gestione della casa comunale, nella nostra città non ci sarebbero state le condizioni per attivare un’esperienza del genere. Ritengo, però, che non si debba più perdere altro tempo per creare tutte le premesse che consentano agli operatori culturali, agli studiosi, ai conoscitori della storia della nostra città, di interagire con oculatezza e attenzione per predisporre una sorta di articolato manifesto culturale di Vittoria che ci consenta di proporci all’attenzione dei circuiti regionali e nazionali meglio di come abbiamo saputo fare prima. Il tutto, tra l’altro, abbinato alle ricchezze dell’agroalimentare e alle peculiarità paesaggistiche, ci consentirebbe di puntare sulle note positive di una città che ha molto da dire e che può farlo seguendo gli esempi più positivi del territorio siciliano. Dipende tutto da noi. E’ una scommessa in cui dobbiamo saperci mettere in gioco”.

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