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Progetto “Ciao 2030”…l’opinione di Rita Faletti

Tempo di lettura: 2 minuti

Nella bozza del Recovery plan sono 52, da 600 che erano originariamente, i progetti alla cui realizzazione sono destinati i 196 miliardi del fondo europeo per ripresa e resilienza. Un elenco di progetti e relative risorse, raggruppati in sei macro missioni. Entro la prima settimana di gennaio la bozza arriverà in Consiglio dei ministri per essere discussa, eventualmente emendata e approvata. Il 30 aprile è il termine ultimo per la presentazione della formulazione definitiva del Piano alla Commissione europea che avrà due mesi di tempo per l’approvazione. Paolo Gentiloni rivolgendosi all’Italia ha ricordato che l’assegnazione dei 209 miliardi è condizionata al raggiungimento degli obiettivi stabiliti nei tempi previsti e che le erogazioni saranno semestrali. La bozza, come si presenta oggi, risulta dispersiva, quasi si fosse voluto costruire qualcosa mettendo assieme pezzi diversi al solo fine di aderire alle linee guida fornite dall’Europa. Così, dopo aver ascoltato le critiche provenienti da più parti,  ho ritenuto di dover leggere quelle di chi reputo essere, con Carlo Calenda, uno dei rari politici di questo paese in grado di affrontare la questione del Recovery plan  in modo coerente serio e costruttivo, Matteo Renzi. Il testo, datato 30 dicembre 2020, ha un titolo tra il provocatorio e lo scanzonato: “Ciao 2030” e contiene 62 considerazioni di Italia Viva sulla proposta italiana per il Recovery plan. Si tratta di appunti e osservazioni da interpretare come suggerimenti che andrebbero approfonditi in Parlamento con l’ attenzione dovuta a un’occasione che mai più ci capiterà di avere. Il documento di Italia viva si apre con un invito alla trasparenza e alla considerazione che le risorse messe in campo dall’Eu sono eccezionali: non potremmo essere complici di un grande spreco di denaro pubblico. Continua con l’affermazione della necessità di coinvolgere il Parlamento,  le parti sociali e la società civile, essendo la bozza del governo un “collage” privo di una visione. Nel documento di Italia viva, vengono individuati, al contrario, 4 punti fondamentali: cultura, infrastrutture, ambiente, opportunità. Anche l’allocazione del denaro è messa in discussione: una grossa parte di esso non è destinata a nuovi progetti ma al finanziamento, a condizioni migliori, di spese “vecchie” già previste in bilancio. Per quale ragione, è la domanda,  si dovrebbero finanziare misure già deliberate e in buona parte finanziate, tradendo la missione stessa di Next Generation Eu? A favore dei giovani, infatti, ai quali dovrebbero andare i vantaggi degli investimenti di oggi,  sono previsti solo 2 miliardi; ai superbonus 110% sono destinate invece somme eccessive e immotivate: la spesa è superiore a quella per ospedali, carceri, case popolari e scuole. Segue un giudizio incontestabile: è moralmente ingiusto e politicamente sbagliato. Sulla riforma della PA non c’è alcuna declinazione concreta; sulla riforma della Giustizia emerge la mancanza di una cultura giuridica in linea con la Costituzione; è assente una visione strategica sullo sviluppo digitale connesso allo sviluppo economico sostenibile;  sui pagamenti digitali si nota che non vi è alcuna correlazione tra limite al contante e aumento del gettito recuperato; fumoso appare il progetto impresa 4.0. Non c’è traccia di attenzione alle PMI e alle imprese artigianali, nonostante siano 390 mila le attività che chiuderanno per sempre, il 7,5 % del tessuto produttivo. Accompagnare le imprese sulla via del consolidamento patrimoniale e miglioramento della produttività attraverso formazione e digitalizzazione è indispensabile. Il documento riserva un paragrafo ad ogni settore:  infrastrutture, agricoltura, dissesto idrogeologico e via dicendo. Tornando alla bozza del governo e alle risorse destinate ai vari comparti,  si scopre che a cultura e turismo andranno 3,1 miliardi, agli interventi sul dissesto idrogeologico 3,97 miliardi, alla salute 9 miliardi, a istruzione e ricerca 19,1 miliardi, investimenti risibili e inefficaci ai fini di una crescita vera. Inevitabile a questo punto il confronto con la Germania che ha destinato alla ricerca 32 miliardi e con la Francia che nel proprio Piano, “France Relance”,  fa confluire la maggior parte delle risorse (100 miliardi di cui 40 del fondo europeo) sulle aziende, in particolare piccole e medie, “L’industria è la nostra cultura”, e non destina neanche un euro al potere di acquisto delle famiglie. L’indebitamento verrà riassorbito a partire dal 2025 attraverso la crescita e  non vi saranno nuove imposte. Quando impareremo dagli altri paesi e quando ascolteremo i consigli dei nostri politici (pochi) competenti? Il governo dovrebbe avere chiaro in mente che la prossima generazione non è quella che dovrà pagare il conto dei bonus, ma raccogliere i frutti degli investimenti di oggi.

 

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9 commenti su “Progetto “Ciao 2030”…l’opinione di Rita Faletti”

  1. Io spero che il PD, si svegli e abbia coraggio, allo stesso modo spero anche nelle persone moderate di destra di buona volontà, che agiscano per il bene dell’Italia. Siamo in un momento cruciale e non voglio che i miei nipoti leggano nei libri di storia come una compagine di incompetenti e disadattati abbia determinato un affondamento dell’Italia. Auguri di cuore signora Faletti e Buon 2021 a tutti.

  2. I “capimastri muratori” sostengono il muratore matteo ad andare avanti ..
    Tale strategia deve essere portata fino al raggiungimento dell’obiettivo..
    L’obiettivo consiste nell’umiliare Conte ed i 5s ad accettare il Mes ed a cedere sui Servizi Segreti.
    Ai muratori non interessa il Bene della gente..a loro interessano gli obiettivi da raggiungere…i loro.
    I servizi segreti capitanati da Conte sono un grosso ostacolo per le manovre dei “grandi muratori”.

  3. Raggiunto l’obiettivo il muratore disonorevole riceverà la ricompensa promessa…
    I componenti del PD che hanno consentito il raggiungimento dello scopo saranno premiati a discapito di coloro che hanno fatto resistenza dall interno.
    Questo consentirà il controllo della elezione d un Presidente della Repubblica vicino alla “edilizia comunitaria”.
    Strategicamente si sarà fermata l’ascesa dell’altro matteo..ed a seguire i fastidiosi 5s..

  4. Guarda caso è svanita l’ambizione di collocare un “capomastro” ad un governo istituzionale (mossa ardita..quanto rischiosa).
    Molto meglio collocare il “capomastro” più in alto…
    Dalla notte dei tempi, i muratori , ambiscono al controllo TOTALE.
    E se un muratore si sacrifica per il raggiungimento dello “obiettivo” si farà in modo di elevarlo e premiarlo….

  5. E guarda caso arriva in un momento in cui la DEMOCRAZIA è molto debole e ferita..
    Guardate bene che quanto sta accadendo in Italia (a Roma), trova parallelo riscontro nel Vaticano (a Roma)..
    Pura coincidenza ?
    O semplice capacità Eversiva ?

  6. @ terrorista, ma che sta succedendo?
    Vorrei capire , ed ho alcune domande da porgerti:
    Chi sono i capimastri ed i grandi muratori?
    E l’edilizia comunitaria?
    Non comprendo qual’è l’obbiettivo?

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