
Migliaia di manifestanti armeni si sono riversati in piazza al grido “Nikol traditore, Nikol vattene”. Chiedevano le dimissioni del primo ministro Nikol Pashinyan dopo l’accordo di cessate il fuoco e le concessioni fatte nel Nagorno-Karabakh alla repubblica dell’Azerbaigian. Migliaia di persone incazzate si sono dirette verso il Parlamento di Yerevan, avanzata bloccata dall’intervento massiccio delle forze di polizia che ha fatto uso di idranti. Testimoni oculari hanno riferito che ci sono stati parecchi arresti, ma fortunatamente non incidenti gravi. Pashinyan stesso, l’ha chiamata una resa catastrofica. “Non avevo altra scelta. Abbiamo evitato un dura sconfitta” ha affermato il primo ministro. Molti manifestanti (i più facinorosi) sfidando la legge marziale in vigore e le dure proteste verso Pashinyan erano muniti di mascherine protettive con il duplice scopo: evitare il riconoscimento e di protezione al virus pandemico che ha colpito duramente il Paese. La tregua annunciata martedì è stata invece celebrata trionfalmente in Azerbaigian. Il presidente russo Vladimir Putin ha detto che a controllare la regione ci saranno i caschi blu russi dislocati lungo una specifica striscia di confine.