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Fondi operatori sanitari iblei. Fp Cisl chiede sollecita Regione

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“Siamo stati travolti da una durissima seconda ondata della pandemia, gli operatori sanitari della provincia di Ragusa sono di nuovo tutti in trincea, lavorando con ritmi massacranti e a costo di enormi sacrifici personali, ma non hanno ancora avuto diritto a un riconoscimento concreto”. E’ il segretario generale della Cisl Fp Ragusa Siracusa, Daniele Passanisi, a sottolinearlo facendo riferimento all’incontro, a livello regionale, che le organizzazioni sindacali di categoria hanno avuto con l’assessore Ruggero Razza. “A quest’ultimo – sottolinea Passanisi – anche il nostro segretario regionale Paolo Montera ha sollecitato notizie specifiche per avere certezze sui tempi e sui modi di erogazione, sia dei fondi statali sia dei fondi regionali che spettano agli operatori sanitari in questione. Dall’interlocuzione è emerso che, oltre ai quasi 36 milioni di euro stanziati dal governo nazionale con il decreto “Cura Italia” e con il decreto “Rilancio”, ci sono altri 15 milioni di euro derivanti dalla Finanziaria regionale che serviranno per riconoscere ai lavoratori un’ulteriore indennità aggiuntiva di mille euro al mese per i mesi di marzo, aprile e maggio 2020. Le risorse regionali e nazionali, è stato spiegato, sono quelle somme che andranno, anche nell’area iblea, a lavoratori individuati tra quelli che sono stati maggiormente impegnati nella gestione dell’emergenza sanitaria. I criteri saranno affrontati nel corso di una prossima convocazione. In ogni caso, speriamo che questi riscontri positivi possano essere da conforto per tutto il personale che, così come già in occasione della prima ondata di epidemia, sta continuando a profondere il massimo impegno per assicurare risposte alle necessità sanitarie della popolazione che si trova in uno stato di bisogno”. “Una cosa, ad ogni modo, è certa – continua il segretario Passanisi – e cioè che non si può più perdere tempo perché i 36 milioni (stanziati dal Governo nazionale) sono denari dei lavoratori che si sarebbero dovuti dividere già nella prima fase della pandemia mentre l’assessorato regionale li ha tenuti bloccati (e continua a tenerli bloccati) impropriamente. Da una parte gli operatori sanitari vengono definiti eroi, dall’altra però non sono adeguatamente retribuiti per il lavoro svolto (fino ad ora solo promesse da marinaio da parte della politica)”.

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