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Auto: il futuro è l’idrogeno….di Giannino Ruzza

Tempo di lettura: 2 minuti

C’è poco da discutere, quando si parla di idrogeno si parla di futuro. Ne stanno parlando in tanti, alcuni ne sconsigliano l’utilizzo per via dei costi di gestione, altri ne auspicano l’avvento in tempi ragionevolmente brevi.  Allora le domande che ci poniamo sono: l’Idrogeno inquina? I costi sono davvero insostenibili? Sulla questione il mondo intero sta dibattendo, soprattutto l’industria automotive americana, da sempre in pole position in termini di innovazione e sperimentazione. Sono tra i primi al mondo a testare (mettiamoci pure la Corea con la Toyota che sta sperimentando la realizzazione di un camion alimentato a celle combustibili) l’utilizzo dell’idrogeno nel trasporto su gomma. Dalle parti nostre, invece, a chiarire la questione, idrogeno sì, idrogeno no, è stato Francesco Starace, Ad Enel, intervenuto recentemente in una conference sull’argomento energia.  Starace, a ragion veduta, spinge verso l’idrogeno. “L’Europa ha bisogno di sviluppare l’industria dell’idrogeno verde in modo congiunto, come ha fatto per il progetto Airbus, se lo si vuol far diventare un business competitivo. Gli assi tra due o tre Paesi non tengono, ormai tiene soltanto la dimensione europea”. Starace ha parlato anche di economie di scala. “Siamo convinti che in un periodo tra 3 e 5 anni ci sarà la riduzione del costo degli elettrolizzatori. Perché l’idrogeno verde sia competitivo – ha concluso – i costi delle rinnovabili devono attestarsi intorno ai 40-50 dollari per megawattora, come è già successo, e gli elettrolizzatori devono costare sei volte meno”.  Affrontando l’argomento inquinamento l’idrogeno non teme paragoni. Un’auto alimentata a celle combustibili garantisce il 100 per cento di abbattimento di CO2 nell’aria (esce solo vapore acqueo dallo scarico). Mentre è stato stabilito che un’auto a idrogeno consuma 1 kg di idrogeno per 100 Km; costando l’idrogeno 10 euro al kg, un full tank verrebbe a costare alla pompa all’incirca 50 euro, con una percorrenza chilometrica simile a un’auto alimentata tradizionalmente. Quando le pompe saranno disponibili saremo in grado di fare un pieno di idrogeno in pochissimi minuti (2-3) ben diverso che attendere ore e ore per il caricamento della batteria di un’auto elettrica. Inseguendo gli aspetti negativi, i costi non sono proprio abbordabili pensando di dotarci di un’auto a idrogeno. Un altro problema sono le stazioni di rifornimento che in Italia non ci sono proprio a parte un distributore in Alto Adige a Bolzano. Indubbiamente, al momento, una partenza ad handicap per il consumatore, ma non per l’ambiente che ringrazia.

Toyota Mirai

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