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Reset Vittoria su accoltellamento di ieri alla Pappalardo

Fatto grave ma c è chi ci marcia su
Tempo di lettura: 2 minuti

Siamo alle solite. I paladini dell’Antimafia, che su Vittoria hanno costruito le proprie fortune, a torto o a ragione, non hanno trovato di meglio se non sfruttare il gravissimo episodio di ieri per rielencare tutti gli episodi nefasti del passato che già conosciamo e che escono fuori ogni qualvolta accade qualcosa di brutto. Come se si volesse metterci il carico. Sì, è vero, Vittoria è una città con dei problemi ma la demonizzazione quella no, non la possiamo accettare. Piuttosto, abbiamo bisogno di proposte e di sostegni adeguati, abbiamo necessità di fatti e non di parole”. E’ l’associazione politica Reset Vittoria a manifestare il proprio dissenso per come è stata commentata, dai soliti Soloni del dissenso a prescindere, la vicenda dell’accoltellamento dinanzi alla scuola Pappalardo. “Un fatto pesante, grave, ancora di più perché accaduto dinanzi a un istituto scolastico proprio all’apertura dell’attività – commenta il segretario politico di Reset, Alessandro Mugnas – ma fatti ancora più pesanti, che accadono in altre città siciliane, non trovano la stessa eco di quando lo stesso episodio si verifica nella città ipparina. Detto questo, è indubbio che stiamo scontando una carenza atavica circa il potenziamento delle agenzie educative. Se in una città il disagio è amplificato, è necessario che la risposta delle istituzioni sia all’altezza della situazione. Ci chiediamo che cosa sia venuta a fare, due mesi fa, la ministra Azzolina e quanti degli impegni assunti in quella occasione siano stati concretizzati. La scommessa per il futuro si chiama formazione ed educazione civica e sociale delle nuove generazioni. Se non ci sarà niente di tutto questo o se i passaggi in questione saranno presi sottogamba, allora inutile parlarne. Perché il disagio, purtroppo, continuerà ad amplificarsi. La nostra, però, non è una città irredimibile. Ci vuole molta pazienza e grande applicazione. Ci vuole una presenza dello Stato ancora più capillare di quanto già non accada ora. Abbiamo, soprattutto, bisogno che la gran parte dei vittoriesi onesti faccia sentire sempre di più la propria voce sino a sovrastare i pochi che, come accaduto ieri, danno vita a episodi delinquenziali che ci condannano al ruolo di città vittima sacrificale. No, non vogliamo affatto vestire i panni della vittima. Ma un lavoro certosino, quello sì, è indispensabile metterlo all’opera da subito. Altrimenti, il nostro futuro sarà segnato. E non certo in positivo. Siamo, però, fiduciosi. Soprattutto sui giovani. Siamo fiduciosi sul fatto che da loro potrà partire un’onda d’urto positiva che coinvolga tutti, anche le generazioni più adulte e anziane”.

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