..incontrerai qualcuno che amerai di più..
Maggioranza e opposizione impegnate a sistemarsi alla bell’e meglio gli abiti di scena e ripetere le ultime battute come in camerino gli attori prima di offrirsi al pubblico. Da una parte i discorsi residuali sulla necessità di sostenere lo stesso candidato “per non consegnare le regioni alle destre”. Uniti si vince, è il motto di Zingaretti. Ma per fare cosa? Il placido Zinga si sforza di credere che una volta battuto il destra centro tutto filerà liscio come l’olio, l’economia si lancerà in una corsa inarrestabile con l’arrivo dei soldi del Recovery, e quali se no, le diseguaglianze scompariranno, il gap nord-sud sarò colmato, gli immigrati saranno integrati e ci sarà la pace nel mondo. Che esista un piano, una strategia, un’idea, un pensierino, una sillaba che cambi le sorti del paese e non ne siamo stati informati? Se esiste, non pare entusiasmi il M5s che si è accordato con il Pd solo sul candidato della Liguria. La scelta di Ferruccio Sansa, il giornalista più giustizialista del Fatto che del Partito democratico ha detto e scritto tutto il male possibile e ha tacciato i grillini di incompetenza, per cui Di Maio lo detesta, ricambiato, è stata una sorpresa. Artefice dell’accordo Andrea Orlando che però in Liguria non si è mai visto, come del resto nessun rappresentante dei 5s. In mancanza di volenterosi a Genova andrà il volontario Toninelli. Per il Movimento è come tirarsi la zappa sui piedi. Sì perché ai genovesi verrà l’orticaria nel vedere quel Toninelli che voleva ricostruire un ponte dove le persone potessero “vivere, giocare, mangiare”. Una specie di parco giochi sospeso da paese dei balocchi. Una fissa, quella del parco giochi, che i grillini non riescono a togliersi dalla testa dai tempi dell’Ilva. Ci fosse una volta che pensassero al lavoro. Ma che sia Orlando o Toninelli o qualche altro importante nome delle due principali forze di governo, l’ipotesi più avvalorata è che Giovanni Toti verrà riconfermato. Se uniti si vince, disuniti si perde. “L’alleanza va fatta solo dove ci sono le condizioni” dice Vito Crimi, contravvenendo alle votazioni sulla piattaforma Casaleggio. Nelle Marche l’accordo Pd-M5s è saltato e con l’accordo è saltato anche il Movimento che i sondaggi danno a un terzo rispetto a tre anni fa. Probabile la vittoria del centrodestra. Si va in ordine sparso anche in Puglia dove il presidente uscente Emiliano, che raccoglie 15 sigle, dall’estrema destra all’estrema sinistra, pur essendo il più grillino dei Dem, non ha ottenuto l’appoggio dei 5s, che candidano Antonella Laricchia. A sostenere Emiliano il Pd, non Renzi e Iv, che con +Europa e Azione di Calenda hanno proposto il sottosegretario agli Esteri Ivan Scalfarotto. Si tratta evidentemente di un’azione di disturbo nei confronti del “pericoloso populista” come Renzi definisce Emiliano. Calenda rincara la dose: “Sostenere Emiliano dignifica perdere l’onore e la dignità”. Il magistrato mai dimessosi e indagato per corruzione, pur di assicurarsi la vittoria, ha cercato di imbonire i suoi corregionali promettendo di tutto, persino 1500 euro a 20 coppie di sposi. Ma più dei regali dovrebbero valere i suoi trascorsi, un susseguirsi di flop tra cui la figuraccia incassata sulla Xylella. Ma il Pd se ne frega, convinto di aver scommesso sul cavallo vincente. Ha fatto male i conti: i sondaggi danno Raffaele Fitto, centrodestra, in vantaggio. E la sempre rossa Toscana? Eugenio Giani, candidato del Pd e sostenuto anche da Iv, +Europa e Azione ce la farà a Firenze e Livorno ma l’agguerrita Susanna Ceccardi, Lega, gli darà del filo da torcere grazie alla conoscenza del territorio e in particolare della periferia che non guarda più a sinistra e pare apprezzare il suo programma incentrato su infrastrutture e trasporti. Nella regione, Pisa, Siena, Massa, Arezzo, Pistoia e Grosseto sono già governate dal centrodestra. La Campania andrà senz’altro a De Luca, e nessuno dubita che Zaia si stia preparando per il terzo mandato in Veneto, dove il governatore ha una lista propria di sindaci e assessori che secondo i sondaggi raggiungerà numeri esponenziali superando la Lega di Salvini e insidiando così la segreteria nazionale del partito. In molti lo auspicano. Conte, annusando aria di sconfitta e temendo per il proprio futuro, ha messo le mani avanti: le regionali non saranno un voto sul governo. Di certo, il Movimento sta evaporando quasi ovunque, e nel Partito democratico segni evidenti di insofferenza dividono su un tema sintetizzabile con una domanda: perché mai un’alleanza che doveva essere tattica per battere Salvini dovrebbe diventare strategica? La risposta verrà dall’esito delle regionali. Se la débacle dei grillini sarà confermata, il Pd non potrà fingere che nulla sia successo e limitarsi ad applicare il famoso motto andreottiano: “Meglio tirare a campare che tirare le cuoia”. Potrebbe tirare le cuoia e a quel punto si potrebbe dire, a ragione, che se l’è andata a cercare.














5 commenti su “Verso le Regionali….l’opinione di Rita Faletti”
Come era facilmente prevedibile, l’unione fra m5s e PD ha determinato un grave arretramento della sinistra, era più che evidente già da prima. Renzi ha fatto bene ad accettare tutto questo, altrimenti i “sinistri” non avrebbero capito. Ma oggi chi vuole, può capire se vuole. Il m5s non ha nulla a che fare con il PD, dovrebbe essere ormai chiaro a tutti e la sconfitta sonora che avrà alle regionali sarà la firma di questa incapacità a comprendere, per non parlare del referendum balordo che determinerà gravi danni alla democrazia, anche perchè subdolamente il m5s non farà passare nessuna legge elettorale. Occorre sostituire il sonnolento Zingaretti se si vuole limitare il danno.
Il mulinaio renzi , manovra per portare acqua al suo mulino . . .
Da massone , deve trovare di far saltare il governo senza esporsi , per poi portare avanti l’altro confratello muratore (il Draghi) .
Il mulinaio Renzi vi tiene in vita, vi ha messi al governo con il PD, appena lo vorrà farà saltare il governo e finalmente voi terroristi e grillini scomparirete. Magari arrivasse Dragi al più presto, non si possono lasciare in mano a degli incompetenti ed eleganti inutili premier a gestire le centiania di miliardi di aiuti che devono arrivare dall’Europa. Sveglia terrorista.
Lei scambia “lucciole per lanterne” , lei è giovine ed inesperta per comprendere che la massoneria è peggio della sommatoria di tutte le mafie italiane .
Gli ultimi decenni la dicono lunga su chi è stato a rovinare l’Italia .
Lei non ha vissuto l’epopea delle BR e non potrà mai comprenderne le motivazioni che hanno spinto la Nazione ad amministrare tra due “fuochi” .
Non ha vissuto le stragi degli anni 70 , ne la corruzione politica che ne è emersa .
Moro docet . . .
Da Garibaldi in avanti il meridione è stato SCIPPATO di TUTTO ..
Dopo anni di servizio per i “fratelli muratori” , Peppino deluso preferì la compagnia delle sue capre lontano dai Palazzi occupati dai massoni .