
Tre mesi di quarantena per una intera Nazione, il blocco dell’economia che in alcune regioni è stato quasi totale e trentamila vittime, pare non siano sufficienti a convincere il nostro governo a dare un freno agli sbarchi di clandestini provenienti anche da aree in cui nessuna guerra è in atto. “Lo dovrebbe, anzi lo deve dare un freno – dice il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia Circolo di Modica, Emanuele Cavallo – per rispetto delle vittime del Covid-19, per tutte le imprese e le famiglie che arrancano nel tentativo di rialzarsi, per tutti gli operatori sanitari caduti in questa battaglia, per gli operatori di Polizia impiegati nella gestione degli sbarchi. E soprattutto per evitare di ripiombare nell’inferno. Non vorremmo che la proroga dello stato di emergenza, fosse solo uno strumento per decidere sulle attività e le libertà degli italiani. E se è come ci raccontano, crediamo bastino già i rischi che corriamo e non serve certo aiuto alcuno dall’esterno.
Da qualche settimana i copiosi sbarchi tra Lampedusa, Pozzallo, Calabria e altre mete del meridione d’Italia, fanno registrare tra gli extracomunitari diverse decine di positivi al COVID-19, creando non poca preoccupazione tra la popolazione e gli operatori di Polizia. Preoccupazione anche per gli eventuali ricoveri viste le capacità in termini di posti letto delle nostre strutture.
Fratelli d’Italia esprime forte preoccupazione per quella che potrebbe diventare una emergenza poi complicata da gestire in termini sanitari.
Chiediamo pubblicamente alle Autorità Provinciali competenti e ai Sindaci della Provincia di Ragusa, nella loro qualità di autorità sanitaria locale, di valutare i rischi che ne potrebbero derivare dagli ulteriori sbarchi, in considerazione che il virus è ancora in piena espansione in tutti i paesi del mondo ed in particolare in quelli dotati di un modesto sistema sanitario non in grado di eseguire un controllo adeguato.
Chiediamo, in particolare – conclude Cavallo – al Sindaco di Modica Ignazio Abbate, al Sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna, direttamente interessati dal problema, sia per il Maggiore di Modica che per il porto di approdo, di farsi promotori di iniziative nelle opportune sedi al fine di acquisire certezze sulla situazione”.