
Lo scorso 3 luglio, l’Assessore Regionale alla Salute ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto sulla riorganizzazione delle terapie intensive e sub intensive.
Il decreto prevede finanziamenti per tutti gli ospedali della Sicilia: Hab, Spock, Dea di I e II livello, per metterli in sicurezza nel caso in cui si dovesse ripresentare il covid o altre possibili epidemie.
Inoltre, saranno aumentati i posti letto di Terapia intensiva e sub intensiva, rivisti i Pronto soccorso, acquisti di ambulanze dedicate, predisporre i percorsi differenziati di accoglienza e pre-triage, individuate le “zone grigie” per pazienti covid e per non covid nell’ambito del singolo presidio, ovviamente garantendo la massima sicurezza degli operatori che lavorano all’interno della struttura ospedaliera e i cittadini.
I lavori che dovranno essere eseguiti in tempi brevi saranno costantemente monitorati sia dall’Assessorato alla Salute che dal Ministero della Salute.
“Lo avevamo scritto, – dice Salvatore Rando(foto) del Comitato Via Loreto – bastava leggere le linee di indirizzo emanate dal Ministero della Salute e applicarle.
Non riusciamo più a trovare traccia del provvedimento a firma dell’Assessore alla Salute Ruggero Razza, prot. N. 26383/gab. del 9 giugno 2020 sulla pianificazione ospedaliera post-emergenziale che individuava gli ospedali covid in Sicilia tra i quali il “Maria Paternò Arezzo”, stranamente mai pubblicato.
Forse perché il nostro richiamo è stato forte e chiaro, finalmente è emersa la verità, non era una questione di campanile come sempre imprudentemente e costantemente viene evocato per giustificare le scelte scellerate della politica che non mette mai al centro dell’attenzione il cittadino e suoi bisogni di salute, non ci sono più ospedali covid ma ospedali che devono essere in grado di ricoverare tutte le patologie comprese i covid.
Certo dopo quello che è successo nei giorni scorsi e cioè che un paziente malato di covid a Ragusa invece di essere ricoverato al “Maria Paternò Arezzo” in Malattie Infettive è stato trasferito a Catania la dice lunga sulla capacità di gestire i malati in questa Azienda”.













