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Danni incalcolabili per il settore della moda. Urgente ripartire

Dopo l’annuncio ufficiale della fase 2 e delle progressive date di riapertura per commercio e ristorazione, arrivano i commenti di Federmoda e Confcommercio provinciale Ragusa. I toni sono di forte delusione e preoccupazione, con la previsione di conseguenze gravissime per imprese e lavoratori del settore anche in provincia di Ragusa. “Ogni giorno di chiusura in più – sottolinea il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti – produce danni gravissimi e mette a rischio imprese e lavoro. Bisogna agire subito e in sicurezza per evitare il collasso economico di migliaia di imprese”.
E il presidente di Federmoda Italia Ragusa, Daniele Russino, fa eco a queste parole: “Sembra la cronaca di una morte annunciata. Abbiamo bisogno di ripartire il prima possibile per far fronte alle necessità di cassa di un settore che vive sulla stagionalità. Questo ulteriore slittamento creerà un danno irreparabile”. Russino si rivolge al governatore siciliano Musumeci mettendo in evidenza un prevedibile calo di consumi per il 2020 di centinaia di milioni di euro che porterà migliaia di punti di vendita ad arrendersi, con una perdita di occupazione di oltre 1.500 persone solo nell’area iblea. “Le aziende del settore, non lo dimentichiamo – prosegue Russino – hanno effettuato gli acquisti dei prodotti della stagione in corso circa 8 mesi fa e avrebbero dovuto essere messi in vendita a partire dal mese di marzo; ad oggi tutta la merce è ancora imballata in magazzino ed è destinata a rimanere in gran parte invenduta con il prolungamento dell’obbligo di chiusura. Nel frattempo, i proprietari immobiliari e i fornitori esigeranno da parte nostra il rispetto delle obbligazioni assunte che non saremo, a causa della mancanza di liquidità, in condizione di onorare come in tempo di normalità. Si prefigura un pericolo per la tenuta della filiera e, da questo punto di vista, sollecitiamo Confindustria Moda ad un’assunzione di responsabilità per condividere con il retail il rischio derivante dalla perdita di un’intera stagione, attraverso il diritto di reso. Tra l’altro, non si comprende questa inaspettata e inspiegabile decisione di rinviare ulteriormente l’apertura dei negozi di altre tre settimane, visto che l’Inail ha classificato il nostro settore a basso rischio e che è già operativo il protocollo del 24 aprile per la riapertura in sicurezza. E neppure comprendiamo perché sia prevista una data uguale per tutte le regioni quando invece sono molto diversi i dati epidemiologici di diffusione. E di certo, da questo punto di vista, la nostra isola, e a maggior ragione la provincia di Ragusa, si sta difendendo bene. Chiediamo al governatore Musumeci di interloquire con il presidente del Consiglio dei ministri affinché possa ritornare sulla decisione di ripartire dal 18 maggio. Serve, al contrario, ripartire il prima possibile. Ora urgono liquidità vera attraverso contributi a fondo perduto, zero burocrazia e una moratoria fiscale e contributiva al 30 settembre”.

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