“Quali sono le motivazioni per cui l’amministrazione comunale di Ragusa ha ridotto drasticamente le risorse destinate alla previdenza integrativa del personale della polizia locale?”. E’ questo l’interrogativo sollevato dal consigliere comunale M5s Ragusa Alessandro Antoci che raccoglie l’allarme lanciato in queste ultime ore dalle organizzazioni sindacali di categoria e pone la questione sul piano prettamente politico.
“Prendiamo spunto dal fatto che nel Peg 2020/2022 – spiega Antoci – all’allegato 7, pagina 17, capitolo 1453, nel 2019 era stata stanziata una cifra prossima ai 70.000 euro mentre per il 2020 sono stati appostati poco più di 15.000 euro. Si tratta, come è facilmente riscontrabile, di una bella differenza che, tra l’altro, arriva in un momento in cui l’impegno della polizia locale, nel bel mezzo dell’emergenza dettata dal Covid-19, è stato e continua ad essere massacrante. Invece di prevedere delle indennità premiali o, piuttosto, di mantenere lo status quo, che cosa fa l’amministrazione comunale? Li penalizza? Ci sfugge la logica di questo ragionamento e per questo motivo chiediamo spiegazioni all’amministrazione comunale, al sindaco e all’assessore al ramo prima di altri. Anzi, non solo si dovrebbe mantenere il fondo com’era prima, ma occorrerebbe fare il possibile per cercare di aumentarlo”.
“Tra l’altro – prosegue il consigliere pentastellato – risulta che non è stata avviata alcun tipo di concertazione con le sigle sindacali di categoria per illustrare i motivi di questa riduzione ancor più per il fatto che la percentuale di costituzione del fondo dovrebbe essere oggetto di trattativa tra le parti. Allo stesso tempo, è opportuno sollecitare l’immediata costituzione del Fondo efficienza servizi che permetterebbe la ripartizione delle risorse destinate al finanziamento degli istituti indennizzativi, tra cui la turnazione e la reperibilità, giusto per fare qualche esempio. Istituti che, naturalmente, spettano non solo alla polizia locale ma anche a tutti gli altri lavoratori dell’ente di palazzo dell’Aquila. C’è bisogno di fatti e non di parole. C’è bisogno di un’azione concreta che consenta a queste persone di essere apprezzate e non penalizzate come l’amministrazione comunale sta, invece, cercando di fare”.