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Confesercenti Ragusa su fase 2 per sostenere sistema produttivo

“E’ arrivato il momento di pensare concretamente alla fase 2 dell’emergenza sanitaria ed economica, uscendo fuori dalla logica dell’emergenza fine a se stessa. Il dopo è adesso e non c’è più tempo da perdere”.
Lo sostiene il presidente provinciale di Confesercenti, Luigi Marchi che senza trascurare le misure necessarie ad affrontare l’emergenza sanitaria del Covid 19 a tutela della salute pubblica, ritiene utile avviare subito la fase 2.
“E’ un compito difficile quello che ci aspetta – aggiunge Marchi – ma non c’è più tempo da perdere per sostenere e rilanciare il sistema produttivo, fronteggiare l’emergenza economica ed alimentare oltre a continuare a controllare il dato epidemiologico. La fase 2 non deve caratterizzarsi nelle logiche puramente assistenziali ma nel dare fiducia al sistema produttivo e commerciale assicurando la ripartenza con iniezioni di liquidità e snellendo le procedure per ottenere prestiti oltre alla sospensione dei tributi locali. È fondamentale, soprattutto in questa fase, fornire elementi di certezza alle imprese e ai cittadini”.
“In linea con Confesercenti nazionale – dice il direttore di Confesercenti Ragusa, Massimo Giudice – riteniamo che i nostri associati debbano avere subito la possibilità di fare asporto e di ampliare gli spazi all’aperto dei locali in deroga alle normative attuali senza oneri aggiuntivi. Tra i punti salienti delle richieste avanzate dalla nostra associazione di categoria – continua Giudice- c’è anche il prolungamento della cassa integrazione e la decontribuzione per i lavoratori che tornano attivi, l’azzeramento dei tributi locali per i mesi di chiusura e l’abbattimento per i mesi di restrizioni, e ancora la riduzione del 50% delle aliquote IRAP per la somministrazione, l’azzeramento dei costi moneta elettronica e l’abbattimento delle commissioni buoni pasto. Occorre, infine, intervenire sugli affitti e sulle utenze per ridurne drasticamente il peso, e sulle misure di distanziamento concretamente applicabili, oltre che sulla compensazione dei costi sostenuti per l’acquisto dei dispositivi di protezione. E’ necessaria, infine, la garanzia dello Stato al 100% sui prestiti e la restituzione in 15 anni con preammortamento triennale”.

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