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Modica, è deceduto il sindacalista Ettore Rizzone

E’ deceduto lo storico sindacalista modicano Ettore Rizzone. Viveva nella sua abitazione di Contrada Quartarella, territorio di Scicli. Rizzone, al momento del decesso era da solo. Per decenni era stato esponente della Cisl, raccogliendo numeri altissimi di iscritti che ne facevano il principale sindacato, soprattutto al Comune di Modica, dove era anche dipendente. Negli ultimi anni era passato alla Uil e diversi iscritti lo avevano seguito.
Muore un uomo verace, un guerriero capace di dire sempre le cose in faccia, spesso attirandosi la rabbia della controparte. Aveva 80 anni.

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7 commenti su “Modica, è deceduto il sindacalista Ettore Rizzone”

  1. Tanino Di Rosa

    Mi dispiace tantissimo, Ettore un amico vero e sincero, una persona che aiutava sempre, coi suoi modi molto particolari, sempre però nei limiti, una gran bella persona e mi spiace tanto. R.I.P.

  2. Modica e l’intera Provincia di Ragusa perde una colonna portante, un pezzo di storia del Sindacato… quello vero!
    Ettore aveva da poco compiuto 80 anni, viveva nella sua casa di campagna tra Modica e Scicli, soffriva da tempo di problemi cardiaci e di altre patologie, per questo era molto attento alla sua salute e di recente si era recato a Ragusa per una visita di controllo.
    Pur se provato dalle sue condizioni di salute, era autosufficiente e stava sempre in contatto con i suoi familiari, come tutti d’altronde in questo momento, affrontando la quarantena ma con il suo spirito battagliero.
    Se n’è andato nel sonno, e senza soffrire.
    Ci lascia un uomo che non si è mai piegato, ha sempre affrontato a testa alta e con la schiena dritta ogni battaglia in difesa dei lavoratori.
    Si è battuto ovunque, a partire dall’arena del Comune di Modica, alla vecchia A.U.S.L. 24, all’Ospedale Maggiore, in altri Comuni, all’Ente Provincia, etc.
    Impossibile dimenticare la sua oratoria appassionata, a tratti dura e schietta, durante le delegazioni trattanti, nelle assemblee, nelle piazze, etc.
    Si è confrontato a viso aperto con sindacalisti a vari livelli, con amministratori locali, con parlamentari regionali e nazionali, davanti ai quali simbolicamente sbatteva anche i pugni sul tavolo nel chiedere il riconoscimento dei diritti dei lavoratori.
    Spesso veniva anche criticato per i suoi modi fermi e decisi, ma Ettore Rizzone era fatto così e chi lo conosceva lo sapeva, e pure bene.
    Noto il suo legame con il Sindacalista Sciclitano della CISL Rocco Verdirame, amico di lunga data e compagno di tante battaglie.
    È stato parte anche della vita politica provinciale, per lungo tempo al fianco dell’Onorevole Nino Avola e fu esponente di spicco della Democrazia Cristiana ricoprendone diversi ruoli.
    In una particolare fase della sua vita fu anche vicino come amico all’Onorevole Peppe Drago.
    Mi piace ricordarlo così e salutarlo con una frase che usava spesso: Ad maiora Ettore…

  3. Antonio Nicosia

    Una grande perdita. Un uomo e un sindacalista che ho sempre ammirato. Per tanti anni siamo stati accumunati per l’apparenza alla Cisl. Anche dopo i nostri rapporti sono stati sempre intensi. Un vero amico che non si è mai tirato indietro. Ho goduto immeritatamente della sua stima. Niente rispetto a quella che provavo per lui. Tanti ricordi mi affiorano e mi commuovono. Per me non sarà scomparso ma solo invisibile, per citare Sant’Agostino. Antonio Nicosia segretario territoriale FP.CISL Ragusa Siracusa

  4. Nel giorno della Santa Pasqua, Ettore Rizzone sindacalista mio amico fraterno, compagno di tante battaglie sulla sanità, mio maestro non c’è più.
    Come dimenticare il suo impegno civile, la disponibilità all’ascolto, sempre schierato con più deboli
    punto di riferimento dei lavoratori, intransigente nelle applicazioni delle norme contrattuali non solo per il riconoscimento dei diritti ma anche dei doveri.
    Nella sanità, estranea alla sua cultura di provenienza dal pubblico impiego, sin dal primo momento del suo coinvolgimento è stato un esempio per tanti di noi, mi ha accompagnato per mano nella formazione e nel significato di essere sindacalista, materia a me sconosciuta. Le sue doti: la dialettica oratoria senza uguali, la conoscenza di norme, leggi e abile nel trovare sempre una soluzione per raggiungere un accordo con la controparte.
    Epiche battaglie per il “Maggiore” una tra le tante lotte sindacali una occupazione per una notte e un giorno dell’ufficio di Presidenza per la soluzione della problematica relativa alla Medicina Scolastica, convenzionata con il Comune di Modica passata all’Unità Sanitaria Locale, i precari di allora, oltre cento i posti trasformati in lavoro a tempo indeterminato, allora si chiamavano di ruolo.
    Sempre al nostro fianco nel potenziare il “Maggiore”, risultati lusinghieri nel tempo, Rianimazione, Cardiologia, Oculistica, Malattie Infettive, Nefrologia e tanto altro ancora, riunioni sindacali interminabili ma proficui, nella dotazione organica del personale con le Piante Organiche, primo esperimento delle ferie programmate per abbattere i privilegi, rotazione nei turni di servizio per citarne alcuni, la mensa ospedaliera ed altro ancora.
    Inevitabili i litigi, incomprensioni, obiettivi differenti, strategie non condivise, assemblee molto animate, ma rispettoso dalle decisioni anche contro la sua volontà, si adeguava e si impegnava senza mai risparmiarsi, come era abituato a fare. Apparentemente scorbutico, scontroso, dittatoriale a prima vista, aveva il senso dell’umore per scherzare, battuta sempre pronta per stemperare gli animi. Quante riunioni, a casa sua e a casa mia, quanti ricordi, quanti rimpianti alla luce di quello, che sta accadendo con la sanità pubblica ridotta a macerie, le nostre strade negli anni, si sono divise ma sempre rispettosi nell’amicizia e nel rispetto reciproco.
    Voglio ricordarlo per l’immane tragedia di suo nipote Stefano a causa di un tuffo dal porticciolo di Marina di Modica, paraplegico, si è dedicato con tutta l’anima a stare accanto al suo adorato nipote, senza mai tralasciare la sua passione sociale.
    Caro amico mio Ettore, non posso darti un degno saluto per come era doverosa fare, purtroppo per via di questa immane tragedia sanitaria che ha colpito tutti quanto noi, ti ricorderò con una preghiera e che Iddio ti accolga tra le sue braccia.
    Condoglianze alla famiglia.

    Salvatore Rando

  5. Pare che chi muore nel giorno di Pasqua abbia un posto sicuro nell’alta dimora . .
    Per sicuro lui se l’era guadagnato nella sua dimora terrena .
    Uomo come pochi , speriamo che riesca ad essere da stimolo e da esempio per tutti coloro che lo conobbero .

  6. NESSUN DOVERE E’ COSI’ URGENTE COME QUELLO DI RINGRAZIARE CHI CI HA AIUTATO.
    R.I.P.
    CIAO ETTORUCCIO

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