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Covid-19. Sciclitana trasferita al “Maggiore“ di Modica

Nuovo caso di Coronavirus in provincia di Ragusa. Questa volta arriva da Scicli, si tratta di una donna di 64 anni, che da più giorni era stata seguita perché in isolamento dopo essere rientrata da una crociera sul Mediterraneo insieme con un’amica. Ad annunciarlo è stato il sindaco, Enzo Giannone, con un video su Facebook. La donna presentava sintomi tali da consigliarne il ricovero; è stata condotta nel pre-Triage del “Maggiore” di Modica, dove il tampone è risultato positivo. E’ stata immediatamente trasferita presso il reparto di Malattie Infettive. Si tratta del settimo ricovero presso il nosocomio modicano. “La donna ha vissuto gli ultimi dieci giorni, come detto, in isolamento – afferma il Sindaco -. Si sta procedendo a verificare se ha avuto contatti con i parenti in città, che comunque sono pochi. Sono moderatamente fiducioso – conclude Giannone – che il caso possa essere isolato e tutto possa essere controllato nel migliore dei modi!. In città ci sono diversi soggetti, tutti provenienti dal Nord, che sono stati isolati e vengono seguiti costantemente dalle forze dell’ordine.

La donna è stata in autoquarantena volontaria, ha rispettato tutti i dettami quindi non avrebbe infettato nessun altro.

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7 commenti su “Covid-19. Sciclitana trasferita al “Maggiore“ di Modica”

  1. Mi chiedo per quanto possa reggere il Maggiore di Modica visto che i casi in Sicilia stanno aumentando ed in proporzione anche in provincia.Speriamo bene….

  2. Io consiglierei ai parenti ed amici di persone che sono rientrate da zone a rischio di evitare loro i contatti per evitari eventuali contagi e non aspettare che si verifichi il contrario. Chi conosce persone rientrate da zone a rischio sia responsabile ed eventualmente denunci. Occorre la massima prudenza, già i danni sono stati fatti, non peggioriamo la situazione.

  3. Giovanni Savarino

    Voglio sperare che i 2 ospedali in disarmo di Ragusa (Civile ed Arezzo) nel frattempo si stiano attrezzando per soccorrere il Maggiore se le cose andassero peggio.

  4. Credo che riarmare i due ospedali in disarmo sia difficile, considerato che tutte le attività edilizie ed impiantistiche sono sospese. Non riesco ad immaginare come autorizzare poche imprese ad effettuare lavori in quei due ospedali, per non parlare che per utilizzarli servirebbe anche attivare le “terapie intensive” di quei due ospedali, non siamo in Cina. Anche l’ospedale Busacca di Scicli poteva essere armato per il fine di cui si sta parlando, ma questo non è stato possibile, probabilmente proprio per la mancanza della terapia intensiva. L’unico modo per contrastare il “disastro” è quello di bloccare i contagi.

  5. @ Pippo :
    Gli italiani aspettano che siano gli altri a rimboccarsi le maniche . . non parliamo poi di noi siciliani !
    Siamo dei “pipponi” che ci lamentiamo e piagnucoliamo, ed intanto stiamo a farci le pippe . .
    Ed il coronavirus c’è la mette in quel posto . .

  6. Giovanni Savarino

    Dai @Pippo a Milano stanno trasformando in terapia intensiva dei capannoni da fiera e non si può riattivare una terapia intensiva (Civile) che era già una terapia intensiva! Orsù capisco che siamo terroni ma se una volta la smettessimo di sperare che le castagne dal fuoco ce le tolga qualcun altro ! A meno che non si sia deciso che tutti gli infetti se li devono tenere gli zonni ! Perché mi parli di Scicli che non ha mai avuto terapia intensiva ? Guardati attorno, a Ragusa c’è sia al Giovanni Paolo che al Civile e non so all’Arezzo. Non è un problema di campanile ma non facciamoci trovare impreparati, non facciamoci sempre riconoscere ! Ti sottolineo che qualcosa capisco di reparti ospedalieri perché il reparto di malattie infettive del Maggiore l’ho progettato e realizzato io tanti anni fa.

  7. giovanni savarino

    @Pippo – Ma scherziamo ? A Milano stanno riattando a Terapia Intensiva dei capannoni da fiera e non possiamo riattivare una terapia intensiva al “Civile” di Ragusa che era già terapia intensiva ? Orsù non facciamo sempre i terroni, non facciamoci riconoscere, non facciamo sempre quelli che “ci deve pensare qualcun altro”. A meno che non si sia deciso in alto loco, tanto per cambiare, che i malati “scomodi” se li devono tutti accollare gli Zonni. Non è un problema di campanile ma Ragusa ha 2 reparti di terapia intensiva (Giovanni Paolo e Civile e non so l’Arezzo) e mi piace immaginare che delle istituzioni adeguate non debbano aspettare che il Maggiore sia saturo per cominciare a pensare alle alternative. Perché mi tiri in ballo Scicli che non ha mai avuto terapia intensiva, guardati attorno bene ! Tecnicamente ti assicuro, si può fare tutto, specie in questo momento anche se non siamo lombardi. Al Maggiore ho progettato e realizzato il reparto di malattie infettive, la sala dialisi e la TAC, sono stato consulente dell’allora USL 7 e qualcosa capisco di reparti ospedalieri; di solito il problema sono i soldi ma in questo momento si può tutto, credimi.

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