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Flai Cgil Ragusa: “Più attenzione a chi lavora in agricoltura”

Sembra che in queste settimane, interessate dall’emergenza del coronavirus, alcune aziende agricole,   pur incentivando sufficientemente misure di protezione contro la propagazione del virus e aumentando in particolare disposizioni di sicurezza dei lavoratori, chiedano tuttavia agli stessi prestazioni lavorative prolungate oltre l’orario contrattuale previsto. Lo denuncia Salvatore Terranova, Segretario Generale Flai Cgil Ragusa.
“Siamo venuti a conoscenza di Aziende che impegnano i loro dipendenti per 10/11 ore al giorno per far fronte al ritmo di produzione,  forse perché, in questo particolare contesto, essa sembra essere sottoposta a più insistenti ragioni di richieste di mercato. Garantire e predisporre le cogenti misure di tutela pensiamo divenga insufficiente al fine della protezione, se dall’altro si implementa in maniera illegittima la persistenza al lavoro ben oltre le ore giornaliere previste di lavoro – dice il sindacalista -. Pur comprendendo anche che in questa fase particolare la produzione potrebbe aver subito una marcata accelerazione, in particolare in agricoltura e nelle filiera ad essa connessa, come sindacato dei lavoratori non possiamo non evidenziare a queste aziende di farsi carico totalmente del rispetto degli obblighi di sicurezza che sono stati impartiti e contenuti nel protocollo sottoscritto tra Governo e Sindacato e di avere una speciale attenzione ai lavoratori, evitando di esporli a rischi maggiori ed ulteriori al contagio se viene posto in atto l’imposizione di iperlavoro.
Pensiamo – aggiunge Terranova – di avere l’obbligo di dover evidenziare quel che sta verificandosi in alcune aziende, come è altrettanto dovere nostro farlo giungere ai destinatari. Non solo perché riceviamo informazioni di tal natura, con cui i lavoratori denunciano un aggravamento delle condizioni temporali e di sicurezza per il lavoro che svolgono, ma anche perché riteniamo che la qualità di una azienda  la si riconosce in primo luogo dalla qualità del rapporto di lavoro e di sicurezza che garantisce ai proprio dipendenti.
Noi abbiamo sempre ritenuto importante il  tessuto aziendale di questa parte di territorio siciliano, che costituisce un punto di eccellenza produttiva, ma rispetto a quanto posto in evidenza dai lavoratori ci corre l’obbligo morale e prima ancora civile di sollevare pubblicamente la questione. Qualora dovessimo venire compulsati ulteriormente e messi a conoscenza di altri casi di attività lavorative aggravate per i braccianti, non ci tireremo indietro e opereremo le dovute segnalazioni alle istituzioni pubbliche”.
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